ELEZIONI COMUNALI
La corsa ad ostacoli per Palazzo Marino

Sondaggio esclusivo di Job in vista delle prossime elezioni comunali. I voti all'attuale giunta, gli orientamenti di voto, le priorità per il prossimo sindaco di Milano, la Cttà metropolitana.

La corsa per la conquista di Palazzo Marino è ufficialmente partita sabato 19 marzo con le apertura delle rispettive campagne elettorali dei due principali contendenti alla poltrona di sindaco: Giuseppe Sala per il centrosinistra e Stefano Parisi per il centrodestra. Di sicuro correranno anche Corrado Passera, un rappresentante del Movimento 5 stelle e, slavo sopprese dell'ultim'ora, Basilio Rizzo a capo della lista di sinistra-sinistra  (quelli, per intenderci, non accettano la candidatura  di Sala).

A distanza poco più di due mesi  (la data precisa non c'è ancora ma si dovrebbe votare a giugno) nei vari schiaramenti  sono ancora in corso: la definizione delle liste, dalle quali si capiranno gli equilibri fra le forze alleate e i programmi, di cui finora si è parlato poco, ma qualcosa di più i candidati dovranno pur dire. Un dato comunque è certo: la partita è aperta, tutti i risultati sono possibili e se, fino a qualche tempo fa, l'unica incognita sembrava essere quella di chi avrebbe vinto le primari del centro sinistra, oggi lo scenario è in evoluzione.  Parisi  sta riuscendo nel miracolo di tenere insieme tutte le forze del centro destra (Ncd compreso) che, fuori Milano, se le stanno dando di santa ragione. Sala, al contrario, sta facendo fatica a tenere inseme le diverse anime che nel 2011 permisero a Pisapia di vincere sulla Moratti. Ci sono poi le incognite dell'ultimo momento e , comunque, è facile prevedere ce la spunterà chi riuscirà a convincere  la larga fascia di elettori delusi e indecisi.

Il quadro che sta emergendo in questi giorni è anche frutto di quello che è successo negli ultimi 10 anni, di cosa ha prodotto la giunta Pisapia e la traccia che ha lasciato nell'opinione pubblica milanese. Perchè poi più di quello che pensano e dicono i politici quello che conta è quello che fanno gli elettori. E' per questo che, così come avevamo fatto nel 2010 alla vigilia delle precedenti comunali, siamo andati a chiedere ai milanesi cosa pensano della giunta uscente, quali gli orientamenti di voti, quali le richieste al nuovo sindaco. Ne è emerso un quadro interessante che dovrebbe far riflettere candidati e relativi sponsor.

I VOTI ALLA GIUNTA - Nel 2010 Letizia Moratti portava a casa un 6.51, sufficienza piena, e così fa Giuliano Pisapia nel 2016 con un 6.51. Un po’ più di distanza fra l’allora vice sindaco Riccardo De Corato (6.40) e l’attuale Federica Balzani (6.00) forse dovuta anche alla lunga carriera amministrativa e politica del primo. Lo stesso - come risulta dal sondaggio effettuato da Kaleidos per Job -  la valutazione media delle due giunte che galleggia sulla sufficienza, oggi come allora.

L'ORIENTAMENTO AL VOTO - Un po’ diverso l’orientamento al voto. Nel 2010 il 39.9% era per cambiare (centrosinistra) ma il 39.6% continuava a sostenere la maggioranza (centrodestra) al governo con un 20.5 di indecisi, astenuti. Decisamente diversa la situazione attuale: solo il 30.2% è, a tre mesi dalle votazioni, per la conferma della coalizione di centrosinistra;  il 36.4% (somma di tutte le opposizioni) chiede il cambiamento  mentre cresce considerevolmente (33.4%) l’esercito degli indecisi, astensionisti o comunque scontenti.

LE PRIORITA' PER IL NUOVO SINDACO -   Ambente e servizi sociali in testa alle richieste. Rispetto a cinque anni fa scendono nella scala delle emergenze la sicurezza e il 'pugno' di ferro nei confronti dell'immigrazione clandestina.

la sintesi del sondaggio la trovate sul numero di Job-Il magazine in distribuzione nei prossimi giorni e già disponibile in versione online clicca qui

allegati:

  • il sondaggio del 2010
  • il sondaggio del 2016
21/03/2016
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