ANNIVERSARIO
Ricordati i lavoratori della Franco Tosi deportati a Mauthausen

Oliva, Cisl Milano: "I martiri legnanesi pagarono la partecipazione agli scioperi e alle rivendicazioni del 1944 e alla lotta di liberazione contro i nazi-fascisti".

Pericle Cima, Alberto Giuliani, Carlo Grassi, Francesco Orsini, Angelo Santambrogio, Ernesto Luigi Venegoni, Antonio Vitali, Paolo Arturo Cattaneo, Natale Morandi: nomi sconosciuti ai più, ma nel cuore dei legnanesi. Ieri la città del Carroccio (quello vero, quello della Lega Lombarda che combatté contro il “Barbarossa”) ha ricordato, come fa da 72 anni, i lavoratori della Franco Tosi, storica azienda metalmeccanica del territorio, che furono arrestati e poi deportati nel campo di concentramento tedesco di Mauthausen.


“I martiri legnanesi – osserva il segretario della Cisl Milano Metropoli, Giuseppe Oliva – pagarono con la vita la partecipazione agli scioperi e alle rivendicazioni del 1944 e alla lotta di liberazione contro i nazi-fascisti. La rivolta nelle fabbriche rappresenta un momento importante della Resistenza e testimonia l’impegno dei lavoratori, in quegli anni terribili, per portare la libertà e la democrazia nel Paese”.


I deportati facevano parte di un gruppo di circa 60 operai rastrellati dalle SS e dai fascisti dopo una mobilitazione nello stabilimento, provocata dall’intransigenza della direzione in una trattativa sindacale (per l'equiparazione dei salari a quelli di altre fabbriche lombarde e   l'aumento della razione di pane). Intervenendo con la forza, i tedeschi speravano anche di mettere fine all’ondata di scioperi iniziata nel marzo del 1943. Dopo il trasferimento nel carcere milanese di San Vittore, nove persone (quasi tutte appartenenti alla Commissione interna) vennero mandate prima nel campo di concentramento di Fossoli (in Emilia), poi a Mauthausen ( l’11 marzo 1944), con la “classificazione” di prigionieri politici. Sette di loro morirono di fame e per le conseguenze di malattie e lavoro forzato. Legnano li ricorda dal 1945, alla presenza di tutte le autorità, con una cerimonia nella fabbrica, un corteo al monumento ai caduti e al cimitero.

L’azienda si sta ora risollevando dopo un lungo periodo di crisi, che ha richiesto l’intervento di un commissario. Oggi occupa 180 addetti, mentre una quarantina sono ancora in cassa integrazione. A guidarla è una famiglia di imprenditori metalmeccanici della Brianza (Presezzi), che ha avviato un piano di risanamento e rilancio.

19/01/2016
Mauro Cereda
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