CONVEGNO ALLA CISL
La Fisascat racconta i migranti: il sindacato farà battaglia culturale

La federazione degli addetti del commercio e affini promuove l’integrazione. Pezzuolo: bisogna capire chi sono per aiutarli.

È soprattutto una battaglia cultura quella che si propone la Fisascat di Milano, la costola della Cisl che rappresenta i lavoratori del commercio, turismo e affini. La battaglia riguarda i migranti che nel Milanese sono ben un terzo del totale degli iscritti (diecimila su 30mila) e che storicamente sono stati maggiormente rappresentati da questo sindacato. «La giornata che abbiamo convocato alla Cisl di Milano – ci illustra il segretario generale Fisascat Milano, Luigino Pezzuolo a margine del convegno organizzato con l'Anolf di Milano – è un’occasione per riflettere con metodo condiviso sulle problematiche che la migrazione porta nel nostro mondo del lavoro. Abbiamo bisogno di sostegno dei soggetti sul territorio per seguire e capire queste persone che arrivano e si inseriscono nel tessuto produttivo italiano».

Il passaggio non è di poco conto: ci sono delle persone che arrivano in Italia non sapendo le regole che vigono nel nostro Paese e neanche con un’idea precisa di cosa faccia un sindacato qui da noi. «C'è chi  – dice ad esempio Pezzuolo – non sa nemmeno che il diritto di parola, qui da noi,  è garantito e qual è il ruolo del sindacato». Pezzuolo dice anche che molti di questi nuovi dipendenti non hanno idea del loro periodo di permanenza in Italia: «Il problema della battaglia culturale parte prima dagli italiani. Noi facciamo formazione interna al sindacato, istruendo i nostri delegati su come muoversi, e poi esterna, avvalendoci di associazioni che formano i lavoratori stranieri. Che in parte restano, ma in parte sono qui per acquisire know-how da spendere poi al momento giusto nei loro Paesi di origine».

Ce ne sono di storie di successo di questo tipo, dicono alla Fisascat. «Come Jesus dell’Ecuador che ha fatto un’esperienza di assistenza in ospedale a Milano e ora è infermiere professionale nella sua città d’origine. Ci sono anche altre persone che tornate nel loro Paese hanno aperto ospedali».

Cambiare la cultura vorrebbe dire anche cambiare la percezione che molti italiani hanno ancora di questi lavoratori: «Non dimentichiamocene quando andiamo a comprare la pizza dagli egiziani o quando cerchiamo la badante per i nostri anziani. Queste persone sono in maggioranza portatrici di servizi essenziali ormai alla nostra esistenza».

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Il segretario generale Cisl Milano Metropoli Danilo Galvagni apre i lavori del convegno Fisascat.

21/10/2015
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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