EMERGENZA ABITATIVA
Sicet e Unione Inquilini non firmano accordo sugli affitti concordati

Spinelli, Sicet: "Intesa vergognosa, i canoni sono più alti di quelli a libero mercato. Sconcertante comportamento degli altri sindacati. L'assessore Benelli pensi a risolvere i problemi degli sfrattati".

SICET e Unione Inquilini non hanno firmato il nuovo accordo locale perché in totale disaccordo con i valori di affitto previsti e con alcune parti normative.


I rappresentanti di Sunia, Uniat e Conia, incredibilmente, hanno deciso di “aderire” alla bozza di Confedilizia, rinunciando alla proposta sindacale unitaria, faticosamente raggiunta nell’ultimo contro. I sindacati inquilini che hanno firmato l’accordo non sono i più rappresentativi e si sono assunti la grave responsabilità di rompere l’unità sindacale con un atteggiamento sconcertante e totalmente subordinato alle posizioni di Confedilizia.
Un comportamento incomprensibile, tanto più che l’accordo è fortemente peggiorativo rispetto a quello precedente, sia sulla parte normativa sia su quella economica, e prevede affitti superiori a quelli richiesti sul libero mercato dalle singole proprietà immobiliari.


Un esempio? In zona Frattini, un’immobiliare proprietaria di 1.800 appartamenti  oggi, a libero mercato, chiede come massimo 117 euro al metro quadrato: in virtù del nuovo accordo potrà arrivare a pretenderne 130 e ad ottenere dei robusti sconti fiscali. Solo sull’Imu il Sicet stima che il beneficio si aggirerà intorno al mezzo milione di euro.
Un altro caso? Una società proprietaria di circa 2mila alloggi a Milano e provincia, attualmente in uno stabile di un centinaio di appartamenti in zona San Siro fa pagare 100 euro al metro quadrato: grazie all’accordo potrà incassarne 128 (oltre ai già citati benefici fiscali).
E di esempi se ne potrebbero fare tanti altri. Le migliaia di famiglie che sono titolari di contratti a canone concordato in abitazioni di aziende private o di enti pubblici (Enpam, Inps, Pio Albergo Trivulzio, Fondazione Cà Granda, Golgi Redaelli…) rischiano di vedersi aumentati gli affitti in modo considerevole.


Si tratta di un vero regalo alla proprietà edilizia e di un ulteriore schiaffo alla tutela degli inquilini che cercano casa in affitto. L’unico effetto che avrà sarà quello di aumentare gli affitti nelle grandi proprietà e a quelli che il canone concordato già lo pagavano.


Inoltre l’accordo, oltre a provocare un danno agli affittuari, non servirà ad affrontare il problema degli sfratti e dell’emergenza abitativa a Milano. Le famiglie che già oggi non riescono a pagare gli affitti, da domani si troveranno ancora più in difficoltà.


Sugli esiti di questo scellerato accordo ha pesato molto la continua pressione da parte dell’assessore alla Casa Benelli, intervenuta più volte – e non solo pubblicamente – per accelerare i tempi della trattativa e indicando in alcuni casi i valori di canone possibili.


Un intervento improprio, tutto teso a legittimare l’Agenzia Sociale per la Locazione, unico azione concepita dal Comune sull’emergenza abitativa, fortemente voluta dall’assessore Benelli, più volte lanciata mediaticamente, sulla quale sono state messe risorse per quasi 8 milioni di euro e che, allo stato attuale, è risultata del tutto priva di efficacia nell’affrontare e risolvere i problemi delle famiglie con sfratto per morosità incolpevole.


All’assessore e al suo assessorato servirebbe una maggiore competenza e senso della realtà che, ancora una volta, hanno dimostrato di non avere.
In compenso il Comune di Milano non interviene per ricollocare le famiglie sfrattate in mezzo alla strada, non permette ai cittadini di presentare le domande di emergenza, rinvia i tempi del Bando Generale di assegnazione delle case popolari. Sarebbe opportuno che l’assessore Benelli incominciasse a ragionare su qual è il suo ruolo e se è in grado di sostenerlo nell’interesse delle famiglie in emergenza abitativa.


Nei giorni scorsi SICET e Unione Inquilini hanno diffidato il Comune di Milano dall’applicare i benefici fiscali e dal corrispondere contributi in caso di affitti superiori a quelli già richiesti a libero mercato. SICET e Unione Inquilini hanno già organizzato all’interno dei caseggiati delle grandi proprietà e con gli inquilini individualmente una raccolta di firme su una petizione che chiede a SUNIA, UNIAT e CONIA di ritirare immediatamente la firma dall’accordo locale.  Una prima assemblea dei Comitati svoltasi lo scorso 17 giugno ha visto la partecipazione di circa 130 persone.

SICET
Leo Spinelli
UNIONE INQUILINI
Bruno Cattoli

25/06/2015
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