Il cambio della guardia in Via Solferino raccontato coi nostri occhi
E su Twitter de Bortoli diventa "Giornalista"

Sul famoso social, de Bortoli diventa "giornalista", lì dove pochi secondi fa era ancora il "Direttore". Scomparso anche il riferimento al sito www.corriere.it Per la prima volta nell'era di Twitter Ferruccio de Bortoli sperimenta quell'angoscia tipica dei nostri anni, davanti la propria "bio".

 

 

"Con il tempo, cari lettori, ho imparato che i giornali devono essere scomodi e temuti per poter svolgere un’utile funzione civile". FdB nel saluto che rivolge oggi ai lettori.

Con questa frase si misureranno le colpe del direttore Ferruccio de Bortoli. "Con il tempo" che si è preso prima di capire il ruolo "scomodo del giornalista". In tanto l'uomo che lascia la poltrona di direttore del primo quotidiano nazionale rilancia questa funzione.

Una firma la sua molto poco presente. il desiderio di leggerlo lasciava spesso il passo all'effetto "sorpresa" di leggerlo. Un lavoro davvero manageriale il suo. Capacità eccellente di delegare. Predisposizione eccessiva a non schierarsi, davanti una novità non si può certo dire che sia il primo a lanciarsi. Davanti un dubbio forse un po' di più. A volte troppo piacente agli uomini dei bottoni ma quelle volte che abbiamo avuto la fortuna che non piacesse loro, è stato davvero un piacere collettivo leggerlo. Quando incalzava. Quando guardava un pochino oltre i fatti di oggi e si concedeva di pensare domani. Senza restrizioni, senza diete ferree che si autoimpone, anche nella scrittura, nel pensiero a volte, sembrerebbe.

Non mancheranno certe le occasioni per leggerlo, non è una morte non dirigere il Corriere, la sua scrittura ne potrebbe guadagnare in "vitalità", se non stretto dentro una cornice, perché de Bortoli parla di "comunità civile", ma spesso le colonne del corriere non risentono minimamente di quest'anima, più vincolata nello status quo.

Dirigere il Corriere non deve essere sempre divertente, far succedere cose che poi non si possono dire, non è stressante per un giornalista?

Per cui ci sono almeno tre giornali che de Bortoli ha diretto. Quello che spesso andava in pagina e "spesse volte" no, per dirlo con una sua tipica espressione che virgoletto. Mi riferisco al fatto che l'impressione, da lettore, che ne ho avuto è: de Bortoli avrebbe firmato solo quelle pagine "di storia", quelle pagine indimenticabili, quelle pagine scritte per rimanere nei libri e nella mente, le altre le avrebbe fatte firmare tranquillamente a un condirettore.

E ha ragione.

Quello è il Corriere che vorremmo e che a volte era solo sull'online, e altre era solo negli inserti, e a volte non era andato in pagina.

In era in cui l'online è più tempestivo ma persino più approfondito come alcune sezioni "tematiche", viene da dire, ma perché avete riservato al cartaceo una tal brutta fine, senza né tempestività né profondità? una per motivi di "tempi", l'altra per motivi di "spazi".

Se de Bortoli ha richiamato alla mente, ieri, come avesse fatto anche una cartina geografica da giovane, per mettere un piede nel Corriere, ed è un'immagine tenera, che fa pensare agli anni in cui era possibile un riscatto sociale, viene da chiedersi, quel ragazzo riconoscerebbe il giornale dei suoi anni da direttore? Se sì ha fatto un bel lavoro, se no, non sono cambiati soltanto i tempi, ma anche i "dirigenti".

Il limite del Corriere è quello di non essere neppure esso in grado di far arrivare un'inchiesta, un'immagine, una notizia, un ritratto della modernità, dalle nostre pagine italiane a quelle internazionali. Ovvero, manca al Paese una editoria capace di far girare il mondo alle nostre firme e alle nostre news. Anche il suo sforzo molto teso alla dinamica internazionale, lo è solo a senso unico: non incentrarsi e morire sulle faccende interne, giusto. E aiutare anche il proprio Paese a raccontarsi al mondo. E certo la parte migliore della sua ultima direzione è riassumibile in "L'Italia che ce la fa", ed è meritevole, molto in linea alla direzione di un giornale di Confindustria, fin qui.

Ma la parte che sembra non entrare nelle sue corde è dare spazio "all'Italia che ce la farà o no ...esiste e prova a cambiare in meglio".

Il giornalista, cronista, de Bortoli, cosa posterà da domani su Twitter?

ps. il suo nuovo indirizzo mail: dopo la scomparsa di un sito di riferimento, il cambio del ruolo, l'abbandono di @corriere, perché diventa un normale @Google, e per chi volesse scrivergli è fdebortoli2@gmail.com

e così i social network sono un dito nella piaga...

30/04/2015
Benedetta Cosmi - b.cosmi@jobedi.it
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