Come a New York le gallerie d’arte aprono nello stesso quartiere. Ed è quello della sede Cisl di Milano.
Il titolo dell’inaugurazione era inequivocabile, Yes, We’re Open ma immaginiamo i gestori della Giò Marconi, rinomata galleria milanese al 25esimo anno di vita, non si aspettavano un successo del genere. L’occasione era lo spostamento di sede, al 20 di via Tadino, per la mostra collettiva di ventisette artisti della scuderia Marconi. Una dimostrazione di fierezza, ma anche di coraggio ad aver portato contemporaneità e quel pizzico di stupore che non guasta nell’arte, grazie alle proposte di Franz Ackermann, Atelier Van Lieshout, Trisha Baga, Rosa Barba, Will Benedict, John Bock.
Lo spazio nuovo è completamente disegnato da KUEHN MALVEZZI, studio berlinese fondato nel 2001 dagli architetti Simona Malvezzi e Wilfried e Johannes Kuehn e specializzato nella progettazione di spazi espositivi e museali e nell’allestimento di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Ambientazione spartana minimalista che rimanda al gusto nordico, ma in verità alla sera dell'inaugurazione sembrava di essere al Village di New York. La strada di porta Venezia non è nuova a questo tipo di eventi (ed è anche la strada da dove vi scriviamo) ma una concentrazione di nuove aperture di questo tipo fa pensare a un distretto.
Per Marconi, si tratta di un bel coronamento in un ambiente ridimensionato ma che abbraccia più livelli, di un percorso iniziato nel 1990 da Giorgio Marconi e proseguito in questi anni dal figlio Giò che è sempre attento all’avanguardia nelle sue scelte. Per l’affollata inaugurazione ha infatti chiamato il sound desinger Hans Berg per le sue musiche evocative che accompagna le installazioni della celebre artista Nathalie Djurberg.
THECA GALLERY – E a pochi passi dalla nuova galleria Marconi, ha preso la palla al balzo anche il giovane fallerista Andrea Carlo Alpini che ha aperto uno spazio nuovo, Theca Gallery. Stretto tra Fondazione Mudima e Giò Marconi, Alpini ci ha detto la sua: “Sono contento di tornare in città dopo un periodo in Svizzera. Lì si poteva esporre e far muovere il business, ma non si poteva fare ricerca. Il substrato culturale a me consono lo trovo solo in questa città e in questa strada che già conoscevo”. Potrà sembrare rischiosa, ma l’operazione di Theca Gallery è preziosa e ancora più azzeccata se si pensa alla sua ubicazione. L’assessore alla cultura Filippo Del Corno, ad esempio, ha fatto ping pong tra uno spazio e l’altro l’altra sera, complimentandosi con questi giovani imprenditori. “Sento che c’è un fermento artistico in via Tadino, che parte dal fatto che gallerie storiche di Milano hanno sede qui. E c’è stato anche un cordiale coordinamento con gli altri, perché sono arrivato da ultimo ma facciamo comunque proposte diverse”.
Provate a giudicare con i vostri stessi occhi. Federico De Leonardis è la prima proposta “site specific” della Theca ed è molto coraggiosa. Una mostra che esalta oggetti e materiali e soprattutto la concettualità di De Leonardis, che è un maestro dell’intuibile. La sua arte è lo squarcio, sui materiali quanto nelle idee, e la sua “Fessura in punto, linea e superficie” è un dirompente esempio di come lo spazio sia protagonista nella presenza assenza dell’arte contemporanea. Vogliamo dirla tutta? De Leonardis per fare l’esposizione si è addirittura “impadronato” delle mura della nuovissima galleria. Da vedere.