NAZIFASCISMO
Milano ricorda i martiri della strage di piazzale Loreto

Settantuno anni fa, il 10 agosto 1944, 15 milanesi furono uccisi dalle SS per rappresaglia. La città li onora con una cerimonia. In allegato il programma.

Come ogni anno, Milano - città medaglia d'oro della Resistenza - si prepara al ricordo dei 15 partigiani fucilati in piazzale Loreto la mattina del 10 agosto del 1944. Un eccidio che guarda ormai lontano e che si svolse sessantotto anni fa. Il 10 agosto, il plotone fascista della Legione Muti agli ordini del Comando tedesco capeggiato dal capitano delle SS Theodor Saevecke (che passò alle cronache come il boia di Piazzale Loreto), prelevò i 15 partigiani dal carcere di San Vittore e li portò in piazza Loreto a Milano, dove consumò la strage, lasciando i corpi dei militi esposti fin dalla mattina e impedendo anche ai parenti di rendere omaggio ai propri congiunti.

All'epoca, per il bando emanato dal Maresciallo Kesselring dovevano essere fucilati 10 partigiani per ogni vittima nazista. Col pretesto di un attentato  compiuto due giorni prima in viale Abruzzi, Saevecke ottenne il lasciapassare per trucidare i quindici partigiani, pur non essendo rimasto ucciso alcun militare tedesco.

UN PO' DI STORIA

Una vicenda orrenda, che rischiava come molte altre accadute durante il periodo della Guerra, di finire nel dimenticatoio, senonché i risvolti di questa strage si trascinano fino ai giorni nostri: nel 1994 vengono ritrovati in un armadio una serie di faldoni concernenti proprio la strage di piazzale Loreto (l'"armadio della vergogna"). Il mobile si trova con le ante rivolte verso il muro nel Tribunale Supremo Militare di Roma. All'interno le prove raccolte dagli alleati nel 1946, con una quarantina di testimonianze e foto che inchiodano Saevecke. Di quei fascicoli ne farà successivamente richiesta la Germania nel 1963, in occasione del processo contro il tenente.

Viene istruito il processo contro Saevecke a Torino. l'ex militare quasi seccato alla notizia del procedimento italiano: sostiene di essere già stato giudicato da appositi tribunali inglesi e tedeschi. Il dibattimento si conclude nel 1999 con la sua condanna all’ergastolo. Un ultimo colpo arriva nel 2003, con l'istituzione di una commissione d'inchiesta guidata da Guido Salvini con il compito di approfondire le dinamiche che hanno portato all’occultamento degli incartamenti.

05/08/2015
ALLEGATI
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