CONVEGNO AL SOLE 24 ORE DI MILANO
Poletti: alleggeriamo le spalle di imprenditori e lavoratori

Prima uscita pubblica del ministro del Lavoro sul decreto oggi sulla Gazzetta Ufficiale: semplificazione anzitutto. E per chi critica i 36 mesi dei contratti a tempo: necessari altrimenti le aziende aggirano gli ostacoli.

Le prime novità del Jobs Act, il primo vero decreto storico del governo Renzi, da oggi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e quindi da domani 20 maggio in vigore, ci hanno mostrato un ministro del Lavoro sicuro, realista e determinato ad andare avanti. Ascolta le critiche, Giuliano Poletti , intervenuto al convegno de Il Sole 24 Ore all’interno dell’appuntamento Trovalavoro , nella sede del gruppo editoriale di via Monte Rosa. Il punto critico, la proroga dei contratti a tempo e il rinnovamento del sistema dell’apprendistato, sono sotto analisi in queste ore. Ma il ministro difende le scelte del governo: “Questo nostro paese è sempre estenuante, complicato e faticoso bisogna togliere chili dalle spalle dei cittadini ma anche da quelli che il lavoro devo crearlo, gli imprenditori la semplificazione e la certezza delle regole daranno i loro frutti”.

Non esistono più mosse ideologiche in questa fase di transizione dell’economia italiana, è evidente. E non esistono forse nemmeno più scuse per fermarsi e non innovare. Alle spalle la macchina-Italia ha molte riforme ma anche molti fallimenti. Il direttore del giornale che ospitava il convegno, Roberto Napoletano , non ha esitato a dire che l’organo di Confindustria “quando c’è stato da analizzare i risultati disastrosi della riforma Fornero non si è tirato indietro. Abbiamo detto tutto, conti alla mano”. E si parla di poco pià di due anni fa, tutto da rifare.

DECRETO – Cosa prevede quindi la norma che Poletti difende? Anzitutto che il contratto a tempo possa durare per 36 mesi senza causale. “Basta con le cause a ogni costo – dice il ministro – se un imprenditore non vuole un lavoratore e un lavoratore fa causa per essere reintegrato in un posto che non gli piace, quali sono le basi di un progresso economico? Dobbiamo togliere dal tavolo le distorsioni sostanziali”.

E poi, nel tempio degli imprenditori non ha esitato a dare una bacchettata: “Basta anche con le norme complicate che fanno perdere tutti. Con la semplificazione non ci saranno più scuse per non assumere. L’incertezza dell’andamento della produzione è comprensibile e quindi diamo una mano agli imprenditori di prorogare i contratti temporanei dentro la legge. Così non speculeranno più sulla competitività e con i falsi contratti di lavoro. Questo atteggiamento è illegale”. Dal decreto (che passa alla storia col numero 34) il ministro dice che si aspetta “una reazione positiva e che verrà giudicato a 12 mesi. Verificheremo il suo impatto sul mondo del lavoro e se non ha prodotto benefici siamo pronti a rivederlo”.

Un atteggiamento che si rende necessario. Con la riforma dell’apprendistato, che pure è rivisto nell’attuale legge, si sono creati negli ultimi anni solo 500mila avviamenti al lavoro.

Pierangelo Albini , direttore Lavoro e Welfare di Confindustria ha definito “incoraggiante il segnale che si ha questa volta, ma poi bisognerà andare a riequilibrare anche gli altri tipi di contratto”. Albini lasciava intendere che le imprese non assumono a tempo indeterminato perché quel contratto è troppo oneroso. “E come tutti sanno non è facile tornare indietro, quindi ci vuole coraggio per riequilibrarlo”, ha detto in maniera chiara l’esponente di Confindustria.

A margine dell’appuntamento, il ministro ha detto a JOB : “Siamo veloci, avevamo bisogno di guardare avanti e non tornare sulle vecchie questioni, gli effetti non si faranno attendere. Siamo pronti a fare tutti i decreti attuativi della legge entro sei mesi.  Per quanto mi riguarda, non è previsto dal regolamento che io possa abbattermi”. A chi gli chiedeva del numero dei contratti di lavoro in Italia (che resta di 46), ha detto: “Bisogna fare semplificazione drastica, ne siamo coscienti, ma è anche vero che se questi contratti c’erano è perché rispondevano a bisogni del tempo non sarà banale smontare qualcosa di precostituito. Anche le parti sociali avranno loro ruolo”.

19/05/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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