DANILO GALVAGNI E ALESSIA MOSCA
Oggi giornata dell'Europa. Ma quale Europa vogliamo?

Un dibattito alla Cisl Milano Metropoli ha messo in evidenza primati e falle del sistema europeo. E tutti i perché di un’unione necessaria.

Si celebra oggi la giornata dell’Europa, istituita da quando nel 1950 il piano di cooperazione tra le nazioni dell’Europa occidentale fu lanciato proprio il 9 maggio dal politico francese Robert Schuman , considerato uno dei padri dell’Europa unita.

Nella settimana della celebrazione, e nel mezzo di una campagna elettorale che almeno nel nostro paese ha ben poco di europeo, Cisl Milano Metropoli ha ospitato la presentazione del libro di Alessia Mosca , L’unione, in pratica.

Mosca, che è eurodeputato da 7 anni, è stata introdotta dalla giornalista di Job Benedetta Cosmi che ha sottolineato «il valore delle cose fatte e potenzialmente da fare descritte nel libro, perché per troppo tempo si è stati abituati a pensare all’Unione europea come un qualcosa di distante, mentre coinvolge tutti noi».

L’autrice ha spiegato che scrivere il libro è stato principalmente una spinta alla divulgazione: «L’Europa è stata finora in gran parte, una storia di occasioni sprecate, di opportunità che i cittadini non hanno potuto cogliere. Ma ci sono degli esempi virtuosi di cooperazione tra fondi europei e idee italiane. È strano che proprio in un momento in cui le risorse si assottigliano a livello nazionale, proprio noi non siamo capaci di sfruttare la mano che ci viene offerta. Siamo ultimi per utilizzo dei fondi».

CAUSE – Grande interesse ha suscitato nella platea questo passaggio del libro. Soprattutto in considerazione del fatto che solo nel 2013 abbiamo dovuto restituire a Bruxelles 5,7 miliardi di euro non utilizzati. L’autrice dice: «Questo accade perché la procedura di accesso ai bandi era troppo farraginosa, perché nessuno ha informato a dovere gli enti locali, o peggio perché i governanti non hanno rispettato i tempi e le procedure». Soprattutto, secondo Mosca, le realtà italiane sono troppo piccole per affrontare un iter di studio e messa a punto di progetti. Così si sprecano soldi, anzi, non si investe e, come ha sottolineato Cosmi «altri stati con i fondi riescono perfino a costruire autostrade».

BUROCRAZIA Danilo Galvagni , segretario generale di Cisl Milano Metropoli, ha poi messo in luce un altro aspetto che potenzialmente blocca la ripresa economica, l’indotto e tutto il progetto di rilancio dell’Italia: «Purtroppo siamo a conoscenza del fatto che non siamo i soli ad aver avuto problemi con i finanziamenti. E le storie di frodi da parte di italiani che hanno usato finanziamenti con disinvoltura non sono rare. Per questo, ogni mossa da parte degli aspiranti investitori del nostro paese è seguita con molto rigore, creando una burocrazia massiccia che a volte scoraggia».

Ma l’Europa non sono solo soldi. È anche sentirsi parte di un sistema, che secondo Mosca «ha prodotto delle valorizzazioni a livello culturale e linguistico che senza l’intervento europeo non avremmo avuto. Anzi, puntiamo a dedicare sempre più risorse europee alla valorizzazione dei territori e alla conoscenza delle lingue».

In un contesto in cui la conoscenza dell’inglese, lingua naturalmente egemone nel contesto europeo, è considerata una conditio sine qua non per ogni lavoratore, Mosca dice che questa situazione potrebbe essere implementata da una svolta culturale «che porti più attenzione alla divulgazione e conoscenza di altre lingue per chi ne abbia la volontà. Partendo soprattutto dall’istruzione infantile, che è il terreno più fertile per lo studio di una lingua straniera».

SEA – Il recente caso Sea ha poi dominato la discussione. È vero che le prossime elezioni europee del 25 maggio devono essere maggiormente sentite dalla popolazione proprio perché a Bruxelles viene deciso più del 70 per cento della normativa nazionale. Lì vengono stanziati i fondi, concordate le politiche, individuate le priorità. E una di queste decisioni è stata proprio la multa alla Sea, la società che gestisce gli scali aerei milanesi. Si tratta di 360 milioni di euro, più interessi perché per la Ue la società ha avuto indebito aiuto di Stato. Ora l’Europa ha chiesto un segnale di discontinuità e di affidare ai privati il controllo della costituenda azienda Airport Handling. E i sindacati si sono fatti sentire per tutelare i 2mila posti di lavoro in azienda.

09/05/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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