Di
Giuseppe Mansolillo
E’ come se a uno che parcheggia l’auto in sosta vietata, oltre alla multa, gli togliessero la patente. Quello che sta succedendo all’ Imq (l’istituto del marchio di qualità) di Milano, dove un dipendente, con 18 anni di anzianità aziendale, è stato licenziato in tronco perché gli sono stati trovati in macchina alcuni scarti di lavorazione destinati alla discarica. Questi i fatti: il dipendente, carica del materiale di scarto destinato alla discarica nel cofano della sua auto per donarlo all’oratorio di Ceranovo per costruire dei giochi per bimbi, a nulla è valso questa spiegazione l’azienda ha configurato questo come furto. Da qui il licenziamento, un fatto grave e ingiustificato, e rispetto al quale siamo ricorsi per almeno due motivi.
Ammesso che si sia verificata un’infrazione, al massimo poteva essere comminata una sanzione disciplinare, in considerazione dell’anzianità del dipendente e del fatto che, comunque, si trattava di materiale di scarto destinato allo smaltimento.
Il licenziamento è un provvedimento decisamente sproporzionato di cui non si capisce la ragione (l’azienda per il momento tace) e che rischia di diventare un precedente pericoloso. Da qui la preoccupazione nostra e dei 320 lavoratori per un’iniziativa decisamente sproporzionata rispetto al fatto accaduto.
Per questi motivi come Fim-Cisl unitamente alla Rsu e altri sindacati andremo avanti a sostenere le ragioni del dipendente in questione e per affermare un sistema di rapporti azienda-lavoratori-sindacato improntato certamente al rispetto delle regole ma anche al buon senso e alla misura rispetto alla realtà dei fatti.