INTERVISTA A JOB DELL'ASSESSORE MANTOVANI
Vi spiego come cambierà la sanità lombarda

Il 2014 sarà l'anno della riforma sanitaria. La legge 31, quella dell''eccellenza'  forgoniana, va in soffitta perchè qualcosa va rivisto e perchè sono cambiati i tempi. Ora  l'attenzione  si concentra sui servizi territoriali e sull'assistenza dei cronici. 

1.     State rimettendo mano alla legge 31 che per anni ha regolato e fatto delle sanità lombarda un’eccellenza. Si tratta di un normale tagliando per adeguare il sistema ai tempi, oppure sono previste modifiche strutturali? Perché e in quale direzione?

Siamo ben consapevoli del fatto che la sanità lombarda sia un’eccellenza in campo nazionale ed internazionale. Noi ora intendiamo confermare e dove possibile migliorare il sistema, per affrontare le nuove sfide che abbiamo davanti: la cronicità, le continue scoperte scientifiche, la contrazione delle risorse rendono ormai necessario adeguare l’attuale normativa, che ha quasi vent’anni, al fine di garantire anche in futuro una buona salute a tutti. Stiamo per questo ascoltando tutti i protagonisti professionali, economici, culturali e sociali del mondo lombardo, così da costruire insieme la nuova sanità lombarda.

2.     Una delle esigenze principali dei cittadini/utenti è la continuità assistenziale e i servizi su territorio. Sono previsti interventi e novità?

In questi anni gli interventi di prevenzione, le tecnologie e l'innovazione diagnostica e terapeutica hanno notevolmente contribuito ad un innalzamento della speranza di vita; dall'altro ciò ha generato un costante aumento di pazienti che soffrono di patologie croniche, per i quali sono necessari controlli e terapie continue. Intendiamo dunque superare il modello assistenziale ospedaliero puntando ad organizzare una vera continuità assistenziale sul territorio. Siamo già partiti con la sperimentazione dei primi POT, presidi ospedalieri territoriali, che apriranno la prossima estate.  Cureremo i pazienti cronici mediante protocolli terapeutici condivisi e la pianificazione di un programma stabilito con il paziente, per ridurre tempi e risorse e garantire più servizi e più salute.

3.     In una fase di contenimento della spesa e di razionalizzazione delle risorse, il rapporto fra sanità e assistenza è sempre più stretto. E’ auspicabile e in previsione la costituzione di sportelli unici diffusi nel territorio a cui l’utente può  rivolgersi per avere tutte le informazioni ed essere opportunamente indirizzato?

Quando parliamo del prendersi cura della persona intendiamo proprio accompagnare, orientare e guidare il cittadino nelle scelte e nei servizi individuando per ciascuno i percorsi più appropriati. Sotto questo aspetto, la costituzione di sportelli unici diffusi sul territorio acquista una rilevanza fondamentale. Abbiamo già esperienze positive: penso per esempio allo Sportello Unico per il Welfare che già ha trovato compiutezza nel territorio di Lecco. Un modello certamente da valorizzare anche in altre realtà.

4.     Medici di base:  da tempo si parla di ridefinizione del loro ruolo. State lavorando anche in questa direzione? E’ ancora pensabile che un singolo professionista possa seguire adeguatamente 1.500 pazienti?

La valorizzazione dei Medici di medicina generale, che garantiscano una continuità assistenziale in grado di accompagnare il paziente nel suo cammino da e verso l’ospedale, è fondamentale all’interno della riforma. Vedo per esempio con favore l’avvio di studi medici associati con professionisti che lavorano anche 6 giorni su 7.  Sono esperienze che si stanno diffondendo sul territorio e che rispondono alla necessità dei Lombardi di poter avere risposte immediate ai piccoli e grandi bisogni quotidiani, senza per questo dover andare ad affollare i Pronto Soccorso, costringendo medici ed infermieri ad un “superlavoro” con code e ricadute negative sull’utenza. In questo discorso rientra poi il ruolo della Guardia Medica. Una figura che va coordinata ed ulteriormente valorizzata, all’interno di un rapporto più sinergico tra medico di base ed ospedale.

5.     Un altro aspetto centrale è quello della cronicità fosse solo per il fatto il 30% della popolazione ‘consuma’ il 70/80% della spesa sanitaria. Come sta andando la sperimentazione dei Creg e sono previste novità per il futuro?

Su 10 milioni di cittadini lombardi ben il 30 per cento è affetto da malattie croniche e questi consumano il 70% del bilancio lombardo per la sanità. E’ una sfida enorme che vogliamo affrontare con coraggio e determinazione. Come Regione Lombardia siamo al lavoro e la sperimentazione dei CREG (Chronical Related Group) avviata da qualche anno si sta confermando un’ottima esperienza. Per IL 2014 abbiamo deliberato di proseguire tali proposte nelle 5 ASL già coinvolte  (Bergamo, Como, Lecco, Milano e Melegnano), con l’obiettivo di coinvolgere altre 2 ASL. L’idea  sarà poi di allargare i CREG a tutta la Regione nel 2015, avviando ulteriori unità di offerta di cure sub acute.

6.     A livello organizzativo ci saranno accorpamenti di Asl e di ospedali e se sì quali territori riguarderanno e quali i criteri?

La vecchia idea dell’ospedale sotto casa è superato. Tutte le evidenze internazionali indicano come per garantire la massima offerta sanitaria sia ormai necessario dotarsi di pochi grandi centri di eccellenza capaci di gestire con efficienza, efficacia e rapidità ogni emergenza. Dall’altra sui territori serve invece dotarsi di presidi sanitari, capaci di garantire la presa in carico dei pazienti, soprattutto per la cura delle cronicità, come abbiamo già visto. Non chiuderemo dunque nessuno ospedale; avremo piuttosto dei grandi ‘Hub’ regionali per la Salute a cui affiancare le varie strutture territoriali. Le ASL svolgeranno un’ importante attività di programmazione e di controllo.

7.      Politicamente nella maggioranza c’è accordo? E’ stata stabilita una tabella di marcia  per il varo della riforma?

In Consiglio regionale tutte le forze politiche di maggioranza sono consapevoli delle grandi aspettative che i Lombardi hanno verso la Regione; al di là dunque delle varie sensibilità, tutti sono impegnati per la realizzazione del programma. Per quanto riguarda la sanità, nell’incontro con gli  stakeholder di qualche settimana fa, ho riscontrato un sostanziale consenso per quanto abbiamo fatto e stiamo facendo. Non c’è nessuna tabella di marcia; comunque il 2014 sarà certamente l’anno della riforma sanitaria.

Su Job di maggio, oltre all'intervista con l'assessore Mantovani, si parla di sanità lombarda anche nell'intervento di Ugo Duci della segreteria di Cisl Lombardia. clicca qui

16/04/2014
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