LA CITTA' METROPOLITANA
E ora facciamola
di Danilo Galvagni
Quella appena approvata dal Parlamento non è certo perfetta. Forse nemmeno la migliore possibile ma è legge e, in quanto tale, ci obbliga a pensare in termini concreti e con tempi più o meno definiti alla costruzione dell’area metropolitana. Il nostro interesse è concentrato su quella milanese: non solo per appartenenza e competenza territoriale, ma perché, per creare un sistema efficace di città metropolitane, sarà decisivo il
modo in cui si costruisce quella milanese.
Siamo alle porte dell’Europa (e il primo confronto da fare sarà proprio con le analoghe esperienze continentali), qui si concentrano le realtà più avanzate dell’industria, dei servizi, delle reti di collegamento materiale e immateriale, Milano è il cuore della finanza e di altre eccellenze. È evidente a tutti che quello che sta per iniziare è solo l’avvio di un lungo processo. Non si può pensare che con la legge la città metropolitana sia
automaticamente cosa fatta. Già è limitativo che il perimetro coincida con quello della vecchia Provincia, ma quello che è più importante è che non sono state ancora definite le competenze e i ruoli della nuova entità istituzionale e la Regione (pensiamo a settori come trasporti, sanità, servizi alla persona, ambiente); non si è ancora capito bene come si riorganizzerà il Comune capoluogo e i rapporti con gli altri 133 municipi;
la governance. L’agenda è fitta, ci saranno resistenze e ostacoli di ogni tipo, la sfida è in ogni caso stimolante. Anche perché quello del governo delle grandi aree metropolitane è una questione ineludibile su scala mondiale. Se il 50% della popolazione globale vive nelle e intorno alle città, se entro il 2050 il 70% del consumo di energia sarà concentrato nelle aree a densa urbanizzazione, se, ad esempio, i finanziamenti della Ue per l’innovazione e il risparmio energetico vanno direttamente ai Comuni, un motivo ci sarà. E non è solo una questione di spending review, di taglio dello stipendio di un pò di politici che comunque è giusto, auspicabile e poteva e poteva essere fatto prima. Perché come sindacato siamo interessati a far sì che l’area metropolitana decolli e sia una cosa seria? Per tutti i motivi sopra ricordati e perché i diritti del lavoro si saldano sempre più con quelli di cittadinanza. Trasporti, servizi sociali efficienti, burocrazia più semplice, istituzioni meno complicate e trasparenti sono tutti pezzi di ‘salario aggiuntivo’ che si sommano al reddito vero e proprio. Speriamo che dal dire al fare, dalla legge all’attuazione dell’area metropolitana, non passino più di 20 anni com’è stato per le Regioni. Soprattutto che non prevalgono piccoli interessi di bottega o di campanile come spesso avviene in Italia.
LA STORIA DI COPERTINA,  CURATA DA CRHISTIAN D'ANTONIO, DEL NUMERO DI JOB IN DISTRINUZIONE E' DEDICATA ALLA CITTA' METROPOLITANA. PER CONSULTARE L'EDIZIONE PDF CLICCA QUI
16/04/2014
Danilo Galvagni - Segretario generale Cisl Milano metropoli
Twitter Facebook