Sanità lombarda
Ambulatori aperti e mutualismo integrativo

Le proposte della Cisl in vista della revisione della legge 31 di Formigoni. L'importanza dei servizi sul territorio e la priorità dei cronici. Maroni: il 2014 sarà l'anno della riforma.

Aprire gli ambulatori dei medici di base e specialistici fino a sera tardi e, eventualmente, la domenica mattina, abolire i superticket, cambiare il sistema delle nomine puntando sulle competenze e quindi scegliendo direttori amministrativi e sanitari tra i dirigenti già dipendenti del sistema. E ancora: sperimentare la figura dell'infermiera di famiglia, già presente in altri Paesi europei, introdurre formule di mutualismo integrativo per la copertura di prestazioni extra-Lea e alcuni servizi socio-sanitari domiciliari selezionati. Sono solo alcune delle proposte per la riforma del sistema sanitario presentate oggi dalla Cisl Lombardia, nel corso del convegno "Al servizio della persona e della famiglia", cui interviene anche il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni. “La società cambia, si evolve. Le risorse pubbliche sono sempre più scarse, è vero, ma questo non deve impedire di riorganiz! zare un settore decisivo come la sanità, rendendolo più efficace e meno oneroso per i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie”, ha detto Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia. “I cittadini hanno bisogno di medici di base più disponibili, secondo modalità di orario più flessibili e che prevedano, perché no, l'accesso alle strutture anche al sabato o alla domenica – ha aggiunto -. Occorre assumere un approccio territoriale, piuttosto che ospedaliero, favorendo le forme di associazione e cooperazione tra medici di medicina generale, pediatri e specialisti, promuovendo la creazione di strutture territoriali complesse, dove sia possibile anche fare alcuni esami diagnostici, se necessario”. Certamente la Lombardia è un polo di eccellenza, nel panorama sanitario nazionale. Oltre 200 istituti ospedalieri, pubblici e privati. Ben 12 strutture universitarie, pari al 16% dell'intero p! aese. Il tasso di emigrazione sui ricoveri ordinari è p! ari al 3,64% (valore più basso in Italia) mentre il tasso di immigrazione è pari al 10,07% (differenziale pari a 6,43%). Gli operatori del sistema sanitario lombardo sono circa 125mila (oltre 90mila dipendenti, quasi 13mila medici e più di 35mila infermieri). Quasi 3,5 i miliardi di euro investiti tra il 1995 e il 2010 in strutture e tecnologie.
Oggi la nuova sfida è dare una risposta efficace, appropriata e di qualità ai malati cronici e ai pazienti pluripatologici – afferma il segretario generale della Cisl Lombardia Gigi Petteni, durante l’incontro dedicato al sistema sanitario regionale -. Occorre pensare a un sistema che assicuri l'accesso e la fruibilità delle prestazioni socio-sanitarie a prevalente carattere sanitario, indipendentemente dalla capacità da parte dell'utente di compartecipare alla spesa”.  “Dobbiamo avere un sistema che sia universalistico e intoccabile – aggiunge – ma affiancato da un nuovo mutualismo, che può dare risposte concrete ai bisogni delle persone”. La crisi, infatti, contrae i consumi sanitari: come evidenziato da una ricerca recente, il 7,5% dei cittadini lombardi ha già rinunciato a prestazioni sanitarie pur avendone bisogno, il 57% è pronto a farlo.! “E' ovvio che di fronte a una  situazione di questo tipo le lunghissime liste d'attesa sono un ulteriore disincentivo – sottolinea Petteni -. Occorre intervenire con decisione sui tempi di esami e visite e parallelamente avviare una campagna di informazione sulla prevenzione alla salute”.  Nel ridisegno del sistema sanitario regionale, la Cisl propone inoltre che i medici attivi in Lombardia siano convenzionati con la Regione e non con il ministero.  “Come possiamo pensare di rinnovare la sanità lombarda con medici che dipendono da Roma? - afferma Petteni -. In quest'ottica di cambiamento chiediamo anche che le funzioni di direzione sanitaria e amministrativa siano affidate a dirigenti dipendenti del sistema sanitario, non a direttori di nomina politica”. In sintesi, la proposta della Cisl Lombardia in 10 punti: 1. Ampliare le fasce giornaliere e orarie di accesso e fruibilità agli ambulatori di medicin! a di base. 2. Riduzione dei cosiddetti “superticket&rdqu! o;. 3. Introdurre il mutualismo integrativo per la copertura prestazioni extra-LEA e alcuni servizi socio-sanitari (domiciliari e residenziali) selezionati. 4. Modificare il rapporto convenzionale/contrattuale dei medici di medicina generale/specialisti ambulatoriali/  con il Servizio sanitario regionale. 5. Sperimentare l’inserimento dell’infermiere di famiglia. 6. Affidare le funzioni di direzione sanitaria e amministrativa, con criteri e metodologie aperte e trasparenti. 7. Definire le “aree grigie” tra sanitario, socio-sanitario e Sociale. 8. Promuovere la Comunicazione/informazione. 9. Rimodulare al rialzo delle quote attualmente a carico del servizio sanitario del costo di ricovero in regime di residenzialità. 10. Potenziare la contrattazione di secondo livello regionale. -
Sulla riforma sanitaria è sempre utile ascoltare idee e proposte. E' una riforma che vogliamo fare quest'anno, ci stiamo già lavorando e abbiamo già tracciato le linee guida: qualche giorno fa il professor Umberto Veronesi ci ha presentato il lavoro svolto dalla commissione che abbiamo istituito, e che lui ha guidato, ed è un lavoro molto interessante. Entro la fine di aprile voglio portare in Giunta una prima proposta di riforma da presentare poi al Consiglio regionale e alle forze politiche, per discuterne, con l'obiettivo di arrivare, prima della fine dell'anno, ad definitivamente la riforma del sistema sanitario lombardo. Sono ottimista sul fatto che faremo una riforma che non costerà di più e darà servizi più efficienti". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, incontrando i giornalisti al suo arrivo, questo pomeriggio, a Milano, al convegno 'Al Ser! vizio della persona e della famiglia: le proposte e le idee della Cisl per il riordino del Sistema sanitario lombardo'. "Il Governo - ha poi fatto notare il presidente - non può fare tagli lineari sulla sanità, altrimenti avrà da noi una risposta molto dura, perchè siamo una Regione molto efficiente, che spende meno delle altre Regioni, offrendo servizi migliori e le Regioni virtuose come la nostra vanno premiate: questo è il principio dei costi standard, che abbiamo chiesto venga inserito nella Costituzione. Questo sistema consente alle Regioni di confrontarsi sul piano dell'efficienza e noi, su questo terreno, non temiamo confronti con nessuno".

15/04/2014
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