IOLAVORO E PAGE PERSONNEL
Per il “posto” si va ancora a conoscenza. E si sbircia Facebook

Il 60% dei posti di lavoro viene assegnato ancora oggi grazie a conoscenze e il 70% dei manager delle risorse umane e il 35% delle aziende controllano i profili social dei candidati prima e dopo il colloquio. Ecco la ricerca Page Personnel.

Il 60% dei posti di lavoro viene assegnato ancora oggi grazie a conoscenze e il 70% dei manager delle risorse umane e il 35% delle aziende controllano i profili social dei candidati prima e dopo il colloquio. Lo dice Francesca Contardi, ad di Page Personnel Italia, una delle società più prestigiose di ricerca del personale.

I risultati della ricerca sono stati presentati a Iolavoro 2014, la più grande fiera italiana dedicata al lavoro che si conclude oggi al Lingotto di Torino, durante il workshop “Web e lavoro: quando la ricerca corre sulla rete, pericoli, stratagemmi, risorse” organizzato dall’agenzia per il lavoro in collaborazione con Docsity, il social degli studenti che conta 700.000 iscritti in Italia e nel mondo. nel workshop si è parlato di web reputation: “Tutto ciò che va in rete è difficilissimo da cancellare e se abbiamo postato foto poco consone o ci sono commenti negativi che ci riguardano questi potrebbero influenzare la scelta” e di nuovi concetti di autopromozione come il personal branding: «l’arte di vendere se stessi. Oggi presentarsi bene in rete aumenta le possibilità di essere contattato. I social media possono aiutare nel networking e nel rendersi visibile... alcuni lavori, soprattutto nel digital, si trovano quasi esclusivamente in rete» dice Contardi.

Permangono comunque anche metodi tradizionali di ricerca del lavoro con un 60% di posti assegnato grazie a conoscenze: «C’è da dire però che è una percentuale in decrescita grazie al mondo del lavoro cosiddetto ‘moderno’ che ha ampliato enormemente le possibilità di entrare in contatto con le aziende tramite le società di selezione, i siti delle società stesse, i job-boarders”.

Riccardo Ocleppo, fondatore e ceo di Docsity ha parlato di start-up e freelancer:  «Il web offre la possibilità di avviare un'idea imprenditoriale e testarla a basso costo. se non va al massimo si butta via qualche soldo, ma non tanti! ciò che conta è un'idea discreta e tanta voglia di rimboccarsi le maniche!»  e dei percorsi di studio più produttivi per cercare lavoro: «chi studia ingegneria o ha competenze informatiche "ha vinto". da poco abbiamo lanciato un'intera sezione dedicata a master e offerte di lavoro e l'evidenza maggiore è che i laureati in facoltà tecniche sono i più ambiti e pagati!».

Il workshop ha evidenziato quindi rischi e potenzialità offerte dal web nella ricerca del proprio futuro professionale, sia esso da dipendente, freelancer o imprenditore. Continua Ocleppo: «Reid Hoffman, fondatore di Linkedin, ha pubblicato a riguardo un libro diventato best seller in America: “The start up of you"... start-up o lavoro da dipendente, in tempi di crisi (e non) l'importante è puntare su sé stessi!».

11/04/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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