L'artista africano Binelde Hyrcan per la prima volta a Milano. Ha fatto installazioni che prendono in giro la vanità del potere moderno. Rifacendosi al passato.
Binelde Hircan è un giovane artista dell’Angola che è perfettamente allineato con i suoi tempi: si veste da elegante globe-trotter, gira il mondo ocn curiosità, studia e lavora tra monaco e Parigi. È talmente bravo e irriverente che a Milano il cmuseo delle Civiche Raccolte Storiche lo ha chiamato per fare un’istallazione contemporanea nelle sale dell’austero e ricchissimo musea del Risorgimento, uno dei veri orgogli della città.
E Binelde che ha fatto? Per la sua prima mostra italiana ha piazzato in una sala dedicata all’incoronazione di Napoleone re d’Italia una bella opera che beffeggia la vanità di tutti i tempi. Ha imbalsamato una gallina, gli ha messo scettro e mantello e l’ha posizionata di fronte a uno specchio. “Ho voluto rappresentare la vanità e la stupidità di chi ha il potere e poi in maniera rocambolesca e repentina lo perde – ha detto a Job l’artista, presente all’inaugurazione della mostra appropriatamente chiamata E.G.O. – perché è un monito per tutti quelli che vivono in questo mondo. Napoleone non è preso in giro per quello che è stato, non era la mia intenzione. Piuttosto è un pretesto per dire, anche a tanti presidenti dei paesi limitrofi al mio, che il potere è vuoto e si perde”.
Solo polli e galline usa Binelde. “Non mi fanno usare corpi umani per questioni legali” dice ai cronisti, insistendo inconsapevolmente sull’irriverenza della sua arte. Gli chiediamo se l’arte ha il compito di scuotere e provocare: “Sono vissuto in un paese dove le decisioni politiche hanno avuto un impatto violento sulla mia adolescenza. Con le mie opere voglio far pensare”.
A volerlo sono state anche le sostenitrici di Amichae, l’associazione milanese che vuole promuovere le raccolte civiche storiche di Palazzo Morando e Palazzo Moriggia, che sono le due sedi delle installazioni di Binelde, che andranno avanti fino al primo giugno.