AREA METROPOLITANA
Qui ci vuole una grande Milano

di Danilo Galvagni

Dire “l’avevamo detto” non è carino e soprattutto serve a poco. Ricordare però che, su questioni oggi di grande attualità, la riflessione è iniziata da tempo, può servire a trovare le soluzioni migliori. Mi riferisco al dibattito sull’area metropolitana e alla partita sul sistema aeroportuale del nord. Al primo argomento la Cisl di Milano ha dedicato, nel settembre del 2011, tre giorni di studi (c’era, tra gli altri, anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia) e una pubblicazione realizzata in collaborazione con l’Università Cattolica. Già da allora emergeva con chiarezza che l’adeguamento istituzionale sarebbe stato inevitabile perché giá l’economia, la società, le reti materiali e immateriali si muovono in una dimensione metropolitana. Non solo in Italia, ma nel modo dove contano sempre di piú le città metropolitane rispetto alle regioni o agli stati federali. Se da noi non siamo ancora arrivati a una definizione esatta dei modi e dei tempi di attuazione dell’area metropolitana, è per i soliti interessi di bottega, di difesa di poltroncine e sgabelli istituzionali. È positivo che l’argomento sia diventato centrale all’interno del dibattito sulle riforme. Speriamo che questa sia la volta buona. Noi, nel nostro piccolo, non siamo rimasti fermi ai convegni. Nell’ambito della riorganizzazione del nostro sindacato, un anno fa, è nata Cisl Milano metropoli: un territorio di 134 comuni, oltre 3 milioni di abitanti, che coincide, più o meno, con il perimetro dell’ipotizzata area metropolitana milanese. Ovviamente non si tratta solo di una dimensione organizzativa, non basta accorpare un po’ di Comuni per fare una città metropolitana, occorre soprattutto ragionare in termini “metropolitani”: sulle comunicazioni, sui trasporti, sullo sviluppo economico. Su, ad esempio, il sistema aeroportuale.

Della serie “l’avevamo detto”, a maggio del 2012, qui in via Tadino, Job organizzò un dibattito sul sistema aeroportuale del nord. C’erano tutti: Tabacci per il Comune, Podestà per la provincia, Bonomi per la Sea. C’era anche Piero Bassetti, teorico del “globalocal”, la nuova dimensione che unisce il locale con il globale. Tutti d’accordo sul fatto che la difesa campanilistica del singolo scalo non serve, soprattutto, è perdente in partenza. È necessario un livello superiore, fare rete e sistema fra i diversi aeroporti, ognuno con la propria specificità, per poter essere competitivi su scala mondiale, quella dove si gioca la partita vera del traffico aereo. Belle parole, buoni propositi a cui non sono seguite scelte conseguenti. E oggi siamo di nuovo qui a discutere sul futuro di Malpensa, il dualismo con Linate, cosa il Comune di Milano vuole fare di Sea, la società che gestisce i due scali. Non sono problemi semplici, così come non è di facile soluzione la questione della mobilità che sicuramente non è affrontabile da ogni singolo comune. È solo in un’ottica di città metropolitana che si può pensare al vero coordinamento e alla razionalizzazione dei servizi. Il Comune di Milano può essere il protagonista di questo cambiamento radicale del sistema istituzionale. Noi, come sempre, siamo disponibili a collaborare, a portare il nostro contributo d’idee e di competenze.

17/02/2014
Danilo Galvagni - segretario generale Cisl Milano Metropoli
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