INVERUNO
Manifattura Gai: nessun compromesso con la proprietà

I sindacati confederali respingono al mittette l'accusa di combutta lanciata dal Cub. Il problema principale è la cassa integrazione in deroga che scade il 31 marzo prossimo.

– “Accettiamo di essere criticati rispetto al metodo del nostro operato, ma non ci stiamo a subire accuse infamanti come quella di essere in combutta con la proprietà della manifattura GAI d’Inveruno”.  I Sindacati Confederali di categoria   hanno rispedito al mittente le accuse, nemmeno troppo velate, che i CUB avevano avanzato nei giorni scorsi in un volantino dove testualmente si diceva che gli esponenti della ‘triplice’ confederale in fabbrica erano scesi a compromessi con la proprietà.  Erano presenti Massimo Zuffi Segretario generale della FEMCA CISL con il componente di segreteria Vito Zagaria, mentre per la FILCTEM CGIL Ticino Olona è intervenuto il segretario Giuseppe Parini.

“In questi mesi il nostro unico interesse – hanno ripetuto i sindacalisti – è stato quello di operare per il bene dei lavoratori. Ancora oggi, non disperiamo sul fatto che qualcuno possa rilevare quest’attività. Tuttavia, non siamo soliti promettere o illudere i lavoratori”. Ad oggi, all’interno della manifattura sono ancora impiegati una settantina di persone, mentre altre – dopo la chiusura dell’attività produttiva nello scorso settembre – sette per l’esattezza, hanno sfruttato lo strumento della mobilità incentivata per trovarsi un altro impiego.

“Lo scorso 5 febbraio – ha spiegato Vito Zaccaria – la proprietà ha avviato le procedure per il concordato che precede la messa in liquidazione della società”. Un passaggio non secondario perché ciò avvenga è la vendita in stock dei macchinari ancora presenti nei capannoni.

“Noi siamo qui per vigilare – hanno ripetuto i sindacati – vogliamo che i 2 milioni e 300 mila euro, ossia, la somma che dovrebbe derivare dalla vendita delle attrezzature, venga utilizzata in primo luogo, per mettere in salvaguardia i lavoratori in caso di fallimento”.

In quest’ottica, nelle prossime settimane, le parti sociali hanno anticipato alcune scadenze che saranno di particolare interesse per l’evolversi di questa vicenda. “Lunedì 17 febbraio – ha anticipato Zagaria – una nostra delegazione sarà ricevuta in Provincia, dove alla presenza anche di un rappresentante della Regione, esporremmo lo stato dei fatti. E’ importante, infatti, che il Commissario autorizzi il concordato, così da poter chiedere un altro anno di cassa integrazione in deroga”.

Ma il tempo scorre inesorabile e il prossimo 31 marzo la prima cassa integrazione in deroga scadrà.

“L’incontro a Palazzo Isimbardi – ha chiarito Parini – servirà anche per individuare eventuali altri ammortizzatori sociali in grado di coprire il periodo che potrebbe intercorrere tra un cassa integrazione e l’altra”.

“L’altro punto importante della questione – hanno concluso i rappresentanti di categoria di CGIL, CIL e UIL – è la trasformazione della cassa integrazione aperta per crisi, in cassa aperta per cessata attività. E’ un passaggio che affronteremo attraverso un prossimo incontro con Confindustria che poi, a sua volta, si farà carico di comunicare la cosa al Ministero”.  “Dunque – ha concluso Zuffi – noi preferiamo i fatti concreti alle parole. Attaccare le nostre tre organizzazioni sindacali è per lo meno ingeneroso, ed è per questo che ci attendiamo al più presto una precisa rettifica”.

11/02/2014
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