Al Palazzo della Permanente a Milano assegnati i riconoscimenti agli artisti under 40. Da oggi al 27 in mostra tutte le opere dei finalisti e una sezione di lavori inediti.
È stata la festa dell’arte dei giovani, quella lontana dai musei, ma anche distante dalla pioggia di proposte street style che invadono le nostre città nell’era digital. L’arte che promuove l’arte, il messaggio del Premio Cairo , voluto dall’editore Urbano Cairo, che quest’anno ha assegnato a Milano per la 14esima volta i riconoscimenti agli artisti nuovi più meritevoli. Meritevoli secondo la giura composta dai critici e curatori Luca Massimo Barbero, Giorgio Verzotti, dal direttore della Galleria Civica di Modena Marco Pierini, da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Gianfranco Maraniello, dalla Presidente di Sotheby's Italia Claudia Dwek e dal direttore di "Arte”, il mensile della Giorgio Mondadori, Michele Bonuomo.
Ha vinto Laura Pugno , biellese, classe 1975, con un trittico di foto intitolato Proposte di sé, un’abrasione su stampa fotografica di un paesaggio montano con prati verdi e cielo minaccioso. Ha vinto l’originalità? Non proprio, forse la tecnica, ma in esposizione c’erano lavori ben più audaci, anche se, come si sa, le polemiche intorno alla bellezza di un’opera contemporanea sono sempre molto vivaci. Basta controllare siti e blog che anche per questo premio, si sono scatenati con pronostici e insinuazioni alla vigilia. Rimane il fatto che per le 20 opere in finale, per un premio che onora ragazzi di una copertina di un mensile d’arte molto diffuso, scelte dal patron Luca Beatrice, la visibilità è già una bella vittoria. Il trittico di Laura Pugno è stato selezionato «In quanto ai temi, spicca la varietà di linguaggi e la complessità di registi espressivi» ha dichiarato il curatore Beatrice. Meno fotografia dunque, come trend generale, anche se a vincere il premio nella sezione Accademia nella sezione dedicata è stato proprio un lavoro fotografico nuovo e stimolante, al passo coi tempi, ideato e prodotto dal giovane napoletano Claudio Sorrentino . Il fotografo ha tentato con una sequenza di immagini di rappresentare il difficile passaggio dalla cultura cinese a quella italiana dei tanti immigrati dal paese del Dragone.
Avrebbe senz’altro meritato menzione a parte Federico Solmi che con Iron Cage è riuscito nel difficile intento di mescolare pittura vintage ad animazione 3d. Un intento che è anche nel messaggio del quadro Iron Cage, che usa acrilico su tela e led tv assieme, per proiettare lo spettatore (è il caso di chiamarlo così) nel caos dell’inferno mediatico dei giorni nostri. Fino al 27 ottobre alla Permanente ogni giorno dalle 10 alle 20 sarà possibile vedere gratuitamente le 20 opere finaliste e i 40 lavori finalisti del Premio Arte.
Clicca in basso per accedere alla gallery dell'evento.