A MILANO E PROVINCIA
Scuola, per una volta le cattedre assegnate al 95%

 

Ritorno con numeri insoliti: le aule si aprono e gli studenti avranno già i docenti assegnati. Resta il nodo in città per la lingua straniera alle primarie. Sambruna (Cisl Scuola): bisogna fare scelte giuste.

Non ci sarà il solito caos all’apertura delle scuole, il prossimo 12 settembre a Milano e provincia. Dei 1886 insegnanti di cui ha bisogno l’istruzione provinciale, ben il 95% sa già dove andrà. Merito del solerte lavoro del distretto scolastico che, complice il concorso istituito quest’anno, è riuscito a posizionare quasi la totalità delle risorse negli istituti. Una fotografia da paese normale, si dirà, che però non sempre è stata possibile scattare. Memorabili le lungaggini che hanno caratterizzato le assegnazioni degli anni passati.

Massimiliano Sambruna segretario generale Cisl Scuola di Milano, Legnano Magenta, dice: «Tutti gli anni ci lamentavamo, oggi gli assunti a tempo determinato e indeterminato sono stati collocati, così come il personale Ata. Gli eventuali scorrimenti di graduatoria si faranno in corso d’anno, ma è un buon inizio». Le nomine, si stima, verranno completate entro questa settimana. Una buona notizia per le migliaia di alunni del territorio, un contingente sempre più numeroso (si stimano 4mila iscritti in più rispetto allo scorso anno scolastico) e “colorato”.

E di stranieri parla con precisione Sambruna: «La nostra società multietnica richiede delle maggiori attenzioni. Si è passati da una necessità di avere mediatori culturali nella fascia primaria dell’istruzione ad altre esigenze. Oggi chi si iscrive a Milano nelle prime classi è italiano di seconda generazione, sono bambini in maggioranza nati qui. Il problema è nella scuola media: con la regolarizzazione dei famigliari adulti, arrivano sempre più ragazzini dai 13 anni in poi che vanno inseriti». Al momento in città i mediatori culturali sono 73. Le risorse non sono grandissime ma il sindacato Cisl Scuola punta a riconfermare le figure e a occuparle negli istituti che ne hanno più bisogno.

COMUNE SORDO – Diversa la situazione con gli interlocutori municipali. «Da anni – dice Sambruna – il Comune non parla con le organizzazioni sindacali. Vorremmo essere sentiti sulle risorse disponibili, sull’edilizia scolastica, su come viene soddisfatta la richiesta milanese del tempo pieno». Secondo le statistiche, in città il tempo pieno è richiesto dal 96% delle famiglie. Situazione completamente diversa rispetto alla provincia che richiede allocazione di risorse adeguate. E la coperta è corta, tanto che ci sono delle difficoltà a coprire i 112 posti di Milano e provincia per quanto riguarda la lingua inglese nella scuola primaria. «Sono scelte che deve fare l’ufficio scolastico della Lombardia», dicono al sindacato, che è preoccupato per l’alternarsi di figure professionali nelle prime classi dei bambini.

Per il momento si sa che le verifiche strutturali sono state fatte in città. Quattro istituti sono stati evacuati, di cui 3 in maniera temporanea per problemi di smaltimento di amianto. Un edificio è stato chiuso per sempre. Ci sono altri problemi in itinere che verranno affrontati con l’arrivo di altre risorse. Sambruna parla anche del rapporto preoccupante tra docenti e alunni disabili: «Sono in aumento nel primo ciclo e il rapporto è di 2,29 alunni per un insegnante. Siamo messi meglio rispetto all’ano scorso ma non basta».

05/09/2013
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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