Agricoltura, industria, ambiente: la contrazione non risparmia il settore, ma la Lombardia è avanti. Sono quasi 50mila gli addetti dell'alimentare a Milano e provincia. Per prevenire i danni delle ristrutturazioni il sindacato punta sugli accordi.
La crisi morde anche il settore agro-alimentare, anche se l’agro-industriale lombardo nel 2011 ha rappresentato oltre il 16% del totale nazionale. Il valore aggiunto dell’industria alimentare lombarda nel 2011 era intorno ai 5 miliardi di euro (il 20% del nazionale), con circa 6mila aziende in attività. La Fai (Federazione agricola alimentare ambientale industriale italiana) di Milano-Legnano-Magenta rappresenta attualmente un'industria degli alimenti che occupa nel milanese circa 47mila persone, mentre il comparto agricolo lombardo conta 57mila addetti.
Il congresso appena conclusosi ad Albairate è stato affrontato nell’ottica di federarsi nel futuro con la Filca (edili) per dare concretezza all’azione congiunta di due settori che si somigliano, per elevata mobilità degli addetti e il tema degli impianti fissi.
Secondo Massimiliano Albanese, confermato alla guida dell'organizzazione, “la forza del sindacato dei lavoratori sta nella libera scelta dell’affiliazione associativa “ ed è per questo che la Fai spinge sul dinamismo e capacità attrattiva e innovativa di fare sindacato “attento alle persone”. Al congresso 2013 erano presenti +12% di attivisti e delegati rispetto a quello di 4 anni fa.
TEMI CALDI – La rappresentanza Fai investe molte categorie di un universo composito. Albanese dice, ad esempio, che “il florivivaismo soffre per la carenza di appalti pubblici e ritardi di pagamenti della Pubblica Amministrazione, il Consorzio Agrario Milanese va incontro a una riorganizzazione con il probabile esubero di 138 posti”. Poi c’è il tema delle grandi aziende, che per effetto congiunto di crisi e apertura dei mercati, si riorganizzano. “Le multinazionali per i prossimi due anni hanno quasi tutte annunciato razionalizzazione e concentramento delle attività. Il nostro obiettivo è di intensificare le relazioni e capire le controparti cosa intendono fare e trovare soluzioni condivise. Agevoleremo job protection e part time”.
Molte aziende sono state già interessate negli ultimi mesi da processi di ristrutturazioni e talvolta, da momenti di difficili relazioni con il sindacati. La Fai, però, si dice soddisfatta di quello che si è riusciti ad ottenere. La vertenza per la mobilità nell’impresa Bindi è stata, ad esempio, difficile: per recuperare produttività il management ha appaltato manodopera esterna a basso costo. Ora la Fai sta valutando un’azione legale per disattesa degli accordi.
Per Coca Cola, che a novembre aveva annunciato mobilità immediata, la mobilitazione è stata grande, a livello nazionale. Anche nel settore impiegatizio, tradizionalmente poco avvezzo a forme di protesta simile, ci sono state parecchie adesioni. L’accordo predisposto con le parti sociali prevede percorsi di outplacement guidati, possibilità di candidarsi ad altre figure in azienda previo percorso formativo ad hoc, passaggio al part-time. Meglio è andata con la Heineken, che sta portando in Polonia il suo customer service. L’accordo sindacale ha ottenuto incentivi per formazione specifica per gli esuberi, proposte di trasferimenti, agevolazione per le iniziative imprenditoriali.
Massimiliano Albanese (segretario). Segreteria: Giovanni Bellini, Gennaro De Falco, Alessandro Marchesetti, Giuseppe Rustioni