COMMERCIO
Negozi: meno 25% le vendite in periferia

Se tutto il settore è in difficoltà i piccoli esercenti di quartire lo sono ancora di più. Non ci sono nemmeno per le luminarie di Natale. Ecco una panoramica della situazione nelle diverse zone di Milano. 

I negozi della periferia di Milano sono all'affanno. Le difficoltà che hanno i colleghi del centro, qui sono moltiplicate da diversi fattori. Alla crisi che riguarda tutti, si aggiungono problemi come la sicurezza, il degrado e la difficoltà di avere clienti che arrivino da altre zone. In piazza Duomo prima o poi si passa, altrove no, se manca uno scopo. Fuori dalla cerchia dei Navigli, i commercianti dichiarano un calo di vendite del 25% rispetto all'anno scorso, aggiungendo di non vedere la fine della discesa. Perfino le luminarie natalizie saranno tra il contenuto e l'assente. La vita dei negozi di vicinato è sempre più difficile. Giuseppe Martello, presidende di Asco Bovisa, associazione nata da meno di un anno, spiega: "L'ultimo anno buono è stato il 2008, da lì in poi si è registrato un continuo calo. Ogni mese, si perde dal 7 all'8 per cento. Faccia il conto, dopo quattro anni. Un segnale di difficoltà è dato dall'aumentato dei pagamenti con le carte di credito, anche per i piccoli acquisti.

La situazione è drammatica". Martello ha un'erboristeria: "Non è un negozio di generi di prima necessità, l'aumento dell'Iva l'abbiamo assorbito noi, per il prossimo chiedermo alle aziende di fare altrettanto. Alla mattina, quando alziamo la saracinesca se ne vanno 300 euro, così. Abbiamo la scadenza di Inps, Iva, Irpef. Domani sarà una giornata nera. Il Governo sta applicando la teoria dei vasi comunicanti al contrario. I fluidi invece di farli andare dall'alto al basso, li porta dal basso all'alto.". Eppure la voglia di reagire c'è. "L'associazione è nata da poco, ci siamo dati degli obiettivi e ce l'abbiamo quasi fatta. Avevamo il problema della sicurezza, dopo gli incontri con l'assessore comunale Marco Granelli, abbiamo avuto più pattuglie di vigili a controllare". Siamo vicini a Natale, Milano si è sempre distinta per le luminarie, ma il momento non permette sprechi: "Stiamo cercando di organizzarci  _ continua il presidente _ Prima, ognuno faceva per conto suo, adesso vediamo di accordarci. Il Comune ha fatto un bando, ma bisogna presentare il progetto entro il 25 e non c'è tempo. Ci arrangeremo da soli". La situazione non è diversa a Prato Centenaro, a nord della città. Carlo Proserpio, presidente Asco Pratocentenaro e titolare di un negozio di abbigliamento, definisce la sua zona "l'alluvionata di Milano" e aggiunge: "In Comune ci hanno assicurato che il fiume è sotto controllo. Abbiamo anche la piscina Scarioni da sistemare e aspettiamo la M 5. Abbiamo bisogno di un collegamento veloce e comodo, per il nostro lavoro". Come sopravvivete?: "Ci stiamo difendendo a gestire una situazione molto difficile. Ci mettiamo il massimo impegno e ci tireremo fuori, offrendo al cliente buoni prodotti e servizi. Il cliente cerca la sicurezza e noi gliela diamo, trattandolo bene e facendo sconti". Tra le difficoltà che devono affrontare i commercianti, in centro come in periferia, c'è quella degli affitti: "Abbiamo tante spese _ sottolinea Proserpio _ Gli affitti commerciali continuano a salire. Il Governo dovrebbe dare aiuto e sostegno".

Ci spostiamo al Giambellino. Gaetano Sgobba, gioielliere e presidente di Nasco Giambellino, non usa mezzi termini: "Siamo fermi. Va avanti chi ha il negozio di proprietà, le tasse ammazzano. Un associato mi ha detto che non pagherà Inps e tasse, non ci riesce. Io mi salvo con le riparazioni, ma il calo è stato notevole" e conferma quel -25% dichiarato dai colleghi della altre zone. Al Giambellino rischiano il Natale senza luminarie: "I prezzi sono troppo alti. Se avremo una mano dal Comune bene, altrimenti ne faremo a meno". Un altro gioielliere-presidente, ma al Lorenteggio, Gaetano Bianchi (Asco Loren), parla di: "Situazione tragica che peggiorerà". Il suo pessimismo è suffragato dai fatti: "Ascolto tutte le campane della via e un cosa del genere non l'ho mai vista. L'idea poi delle vendite promozionali 30 giorni prima dei saldi è stata pessima. Chi vende i marchi di alta gamma ha i prezzi imposti dalle aziende e così facendo gli viene tolto il margine e un commerciante senza margine chiude. La delibera approvata in Regione ha fregato gli operatori a giugno e li frega per Natale". Il presidente Bianchi conosce bene la situazione della sua zona e non solo e mette in evidenza un problema che interessa la città: "Le istituzioni dovrebbero stare ben attente a certe aperture. Le sale gioco sono il dramma della società. I titolari non hanno problemi a pagare affitti alti, così i negozi se ne vanno e subentrano queste attività assieme ai massaggi cinesi. Tutte cose che non servono". E si sa, un negozio di vicinato che cessa l'attività è un passo indietro per la strada in cui si trova.

15/11/2012
a cura di Agenord - info@jobnotizie
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