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Nexi (ex ICBPI): i lavoratori chiedono chiarezza sul futuro

Gemelli, First Cisl: "Siamo preoccupati, non c'è confronto con l'azienda". Il Gruppo occupa circa 1.700 persone in Italia, di cui 1.200 a Milano.

Mobilitazione e sciopero alla ex ICBPI (Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane), oggi Nexi. I lavoratori hanno manifestato davanti alla sede milanese di Corso Sempione, 55.

L’iniziativa, che coinvolge tutto il territorio nazionale (il Gruppo è presente anche a Bologna, Roma e in Friuli), è stata organizzata per protestare contro l'assenza di trasparenza e di confronto da parte della direzione sugli assetti futuri e sulle conseguenze che le strategie aziendali potranno avere sui lavoratori.

“Siamo preoccupati – osserva Maurizio Gemelli, segretario First Cisl milanese e referente del Gruppo – perché dopo mesi di vani tentativi di stabilire efficaci e moderne relazioni industriali, a fronte della portata dei mutamenti che investono il Gruppo e degli ambiziosi obiettivi della proprietà, mancano le premesse per un confronto che abbia al centro, insieme con gli obiettivi aziendali, anche la tutela occupazionale e professionale, soprattutto alla luce delle ipotesi di cessione di rami d’azienda, dell’assenza di garanzie in materia di presenza territoriale e del mancato rispetto degli impegni assunti solo in aprile 2017 in tema di mobilità e di riconversione delle risorse”.

Il Gruppo, al centro di un processo di ristrutturazione cominciato nel dicembre 2015, è controllato da importanti Fondi esteri di private equity e occupa circa 1.700 dipendenti in Italia, di cui oltre 1.200 a Milano. Nell’aprile scorso è stato siglato un accordo sindacale che ha consentito la gestione di 350 esuberi (uscite contrattate). Da allora, però, le relazioni tra azienda e sindacati si sono ridotte alla pura formalità. Da qui la decisione di indire lo sciopero.

10/11/2017
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it
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