di Danilo Galvagni
La campagna elettorale appena conclusa e lo stesso voto, con il diverso atteggiamento tra centro e periferie, hanno, più che messo in evidenza, confermato che esiste una Milano a doppia velocità.
La campagna elettorale appena conclusa e lo stesso voto, con il diverso atteggiamento tra centro e periferie, hanno, più che messo in evidenza, confermato che esiste una Milano a doppia velocità.
Da una parte la city dinamica, innovativa, naturalmente internazionale e proiettata al futuro; dall’altra ampie fasce di popolazione (non necessariamente povere) in difficoltà, che non riescono a stare al passo, che non contano.
La credibilità e il successo del nuovo sindaco e della giunta appena insediata, si misurerà proprio su questo: la capacità d’integrare le diverse anime della città, accorciare le distanze, offrire a tutte le stesse opportunità di crescita e di benessere economico e prima ancora sociale. Questa sfida, a mio avviso, si sintetizza in una parola: INTEGRAZIONE, che non riguarda solo i legittimi e specifici bisogni dei cittadini immigrati. A ben vedere è proprio all’interno di questo ambito che si collocano le grandi questioni aperte: la casa, i servizi sociali, l’ambiente, la città metropolitana, la mobilità e i trasporti, le periferie e la sicurezza. Ancora di più: la socialità, il coinvolgimento nelle scelte di chi, nelle diverse forme e ambiti, rappresenta i cittadini (sindacati, associazioni, volontariato, terzo settore) è l’unico modo per ristabilire la fiducia e riattivare la partecipazione della gente, a partire dal voto.
Come Cisl, proprio in virtù di chi rappresentiamo, mi preme indicare tre segmenti di popolazione su cui porre l’attenzione:
1) I lavoratori La crisi, la disoccupazione, in generale la perdita di potere d’acquisto dei redditi e, al momento, le difficolta oggettive d’incremento dei salari, richiedono una ‘compensazione’, servizi in grado di agevolare la vita di chi ha un’occupazione, di chi la cerca, delle loro famiglie.
2) I pensionati A parte quelli che, per ragioni economiche e di salute, sono in difficoltà e vanno aiutati, gli altri sono una risorsa sociale ancora scarsamente utilizzata.
3) I giovani Sono i futuri lavoratori (o disoccupati), i futuri elettori (o astenuti). Sono il principale investimento per il futuro. È necessario coinvolgerli, progettare percorsi di formazione e di lavoro fin dal periodo scolastico (noi crediamo molto all’alternanza scuola-lavoro)
Cosa può fare l’amministrazione comunale? Molto, a partire dall’uso equo e intelligente della leva fiscale e dei servizi sociali, dalla programmazione agli investimenti. Abbiamo conosciuto Beppe Sala come commissario di Expo e speriamo che, nel rapporto con le forze sociali, mantenga da sindaco lo stesso metodo di lavoro. Noi, come sempre siamo disponibili: dalla progettazione dei nuovi lavori, al coworking, in generale a tutta l’imprenditoria sociale in grado di mettere insieme risorse pubbliche e private. Affianchiamo i convegni e i forum con i fatti; anche piccoli, ma concreti. Il primo banco di prova sarà come il Comune (ricordiamoci che è la prima azienda di Milano) si comporterà con i propri dipendenti (quelli diretti e quelli delle partecipate) e come saprà, speriamo questa volta veramente, mettere mano alla macchina amministrativa.
Non ci resta che attendere.