REGIONE LOMBARDIA
Famiglia, Conciliazione, Welfare: gli Stati generali

Più di 600 persone, operatori dei servizi sociali, associazioni del terzo settore, aziende, sindacati  chiamati a confrontarsi sull'attuale modello di welfare lombardo, le opportunità, le criticità, le buone pratiche e le innovazioni possibili.

Avviata la prima edizione degli Stati Generali della Conciliazione Famiglia Lavoro e Welfare Aziendale in Regione Lombardia il 6 aprile 2016. Una due giorni molto intensa che ha visto  la partecipazione di più di 600 persone , operatori dei servizi sociali, associazioni del terzo settore, aziende, sindacati  chiamati a confrontarsi sull'attuale modello di welfare lombardo, le opportunità, le criticità, le buone pratiche e le innovazioni possibili.

Molti gli spunti offerti dai relatori sia sul piano strategico che su quello normativo e delle innovazioni sostenibili. Per ammodernare il sistema, “ occorre un potenziamento delle reti territoriali di conciliazione, allargare la gamma di servizi offerti,  incentivare la promozione sociale in una logica di empowerment e maggiore resposabilizzazione degli attori in gioco” afferma Franca Maino, direttrice del Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare. Serve “non solo Welfare attraverso erogazioni monetarie, ma bisogna valorizzare le reti di prestazioni di servizi, sperimentando coprogettazioni e coesione di servizi in grandi, piccole e medie imprese”.

Le donne sono risorsa strategica per un welfare capace di conciliare risposte ai nuovi bisogni e crescita del paese. Secondo la Banca d'Italia se Europa ed Italia avessero lo stesso tasso di occupazione, il PLI italiano farebbe un balzo di ben 7 punti. Occorre aumentare il livello di occupazione femminile (oggi al 46,8%) almeno riportandolo alla quota UE di  59,6% puntando sulle misure di conciliazione vita-lavoro, sviluppando il mercato dei servizi alla famiglia per non scaricarli solo sulle spalle delle donne e dei famigliari.

Per quanto attiene alla normativa , un aiuto ci viene dal Jobs acts dall'utlima Legge di Stabilità come sottolinea Emmanuele Massagli di Adapt. Ora le azioni di welfare rientrano nei sistemi premianti, non sono più considerate mere detrazione di oneri fiscali  decisi per utilità sociale unilateralmente  dal datore di lavoro, ma vengono monetizzate e diventano oggetto di scambio di produttività e di accordi sindacali aziendali condivisi con le scelte individuali dei lavoratori. Si è ampiamente allargata la tipologia dei servizi di welfare: dai servizi di educazione, istruzione ai centri estivi, ai servizi mensa, alla ludoteche, borse di studio, ai servizi per assistenza a famigliari  ecc. Tutti  utilizzabili anche attraverso  voucher fino al limite dei 2.000 euro detassati al 10%.

Le reti  per la conciliazione in Lombardia oggi hanno una vasta portata e vedono ben 15 Reti territoriali correlate a 15 accordi di conciliazione con 15 Piani operativi a cui aderiscono 63 alleanze locali. 4973 imprese coinvolte e 16.975 dipendenti beneficiati a cui si aggiungono più di 14000 cittadini che usufruiscono dei servizi della rete, con un complessivo finanziamento regionale per il 2011-2016 di più di 5 milioni di euro.

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Quali sono i servizi attivati da queste reti?

Le grandi aziende come Fiera Milano offrono  un'ampia gamma di servizi ai loro dipendenti che vanno dal sostegno agli abbonamenti per i mezzi utilizzati per venire al lavoro, all'assistenza legale, psicologica,assicurativa, ai voucher per l'asilo, alle borse di studio ecc. La Nestlè in collaborazione con il comune di Rozzano organizza campus estivi per dipendenti aperti anche alla cittadinanza, oltre a 15 giorni di congedo parentale per I papà e flessibilità oraria per tutti I dipendenti con il lavoro agile. Alla Coca Cola I lavoratori hanno un proprio personal trainer e la multinazionale punta a raggiungere nel 2020 parità di uomini e donne in tutte le posizioni ed in tutte le innumerevoli sedi e nazioni in cui è presente.

Le piccole e medie aziende fanno più fatica, ma sono le realtà che fanno più rete e condivisione. Si appoggiano soprattutto agli Enti locali e alle associazioni del terzo settore presenti nei loro territori. convogliando energie di diverse aziende, condividendo know how, risorse per rispondere ai bisogni dei lavoratori. Promuovono soprattutto informazione e comunicazione sulle opportunità previste dalla normativa,  rilevano i bisogni  dei dipendenti assieme alle offerte dei servizi sociali territoriali, offrono percorsi di educazione fiscale, formazione alla contrattazione di secondo livello, spazi per il co-working e sostegni ai liberi professionisti.  E' il caso della rete avviata nel Mantovano con capofila la Novellini e di quella che vede capofila il Comune di Monza.  Nel piccolo comune di Garlasco , l'esperienza di conciliazione che lo vede capofila di altri 27 piccoli comuni limitrofi, ha realizzato il cosiddetto “maggiordomo di via”, servizi di sostegno alle piccole faccende domestiche per commercianti e negozianti di vicinato (documenti da portare in comune, bollette da pagare in posta, pratiche burocratiche ecc.), assieme a campus ricreativi per I figli dei dipendenti organizzati nei giorni di chiusura delle scuole.  Al comune di Sesto San Giovanni , dopo la mappatura delle esperienze di conciliazione si sono realizzati campus estivi per I dipendenti della Coop, formati I manager delle aziende che hanno aderito alla rete e sostenuto la flessibilità degli orari da esse introdotti.

Ma come gestire le risorse di queste reti in modo condiviso? Quale contributo richiedere? Come valutare l'impatto per ragionare in termini di sostenibilità di queste reti? Quale è l'apporto dello smart-working alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro? Quale quello della contrattazione di secondo livello?E' possibile una conciliazione dei tempi di vita e lavoro nel pubblico impiego? E, soprattutto, come si configura il ruolo della regione nel welfare territoriale?

A queste domande hanno cercato di rispondere I sei tavoli tematici organizzati nel secondo giorno e seguiti da più di 50 partecipanti.

Il tavolo che ha affrontato il tema delle reti multiattore ha evidenziato la necessità di superare risposte standardizzate ai bisogni dei lavoratori, progettando welfare in grado di tutelare tutte le situazioni di vulnerabilità, ridefinendo bisogni, ruolo delle istituzioni e dei soggetti privati. Alla Regione Lombardia viene richiesto un ruolo di promozione e potenziamento di momenti di confronto tra stakeholder impegnati nelle reti, i ntegrazione  e condivisione tra piani di azione di zona, programmazione locale e piani di azione della rete per evitare duplicazioni e frammentazione degli interventi. Sostegno alla comunicazione ed al confronto delle esperienze realizzate e delle alleanze messe in atto. Occorre ridurre gli adempimenti burocratici troppo onerosi per aziende, associazioni e stakeholders, intensificando le azioni di monitoraggio e di condivisione di tutte le informazioni su progetti, obiettivi, risorse, finanziamenti messi in atto.

Le esperienze di smart working e lavoro agile messe in atto nelgi ultimi anni in Lombardia hanno dimostrato che è possibile  coniugare esigenze dei lavoratori/trici con quelle di efficienza e produttività delle aziende, anche piccole e medie. Alla regione si chiede di dare maggiore diffusione delle esperienze e delle informazioni ai lavoratori, assieme alle necessarie  infrastruture tecnologiche che permettano il lavoro in remoto dal territorio. Occorre che si acceleri l'approvazione del nuovo progetto leglislativo e che gli Enti Locali, la Regione dovrebbe formare competenze e figure professionali capaci di introdurre nei luoghi di lavoro queste innovazioni. Soprattutto occorre che anche le Pubbliche Amministrazioni assumano un ruolo più operativo e non solo programmatorio della politica di conciliazione dimostrando l'utilizzo di queste nuove forme di lavoro agile anche nei servizi pubblici. Magari responsabilizzando maggiormente la dirigenza inserendo nei sistemi premianti il tema della conciliazione e del benessere organizzativo.

Un'attenzione maggiore al ruolo di regolatore dei processi attribuito alla Regione emerge dal gruppo che ha riflettuto su welfare e contrattazione di secondo livello. Alla Regione si richiede il sostegno alla contrattazione nelle aziende, creando un albo fornitori che permetta alle reti di reperire servizi certificati e qualificati di cui hanno bisogno, magari a prezzi contenuti, accordi con Inail a livello regionale per le necessarie garanzie di sicurezza dei lavoratori e lavoratrici durante il lavoro svolto in vari luoghi anche non solo aziendali.

Il sindacato è uno dei maggiori protagonisti di queste reti dei servizi per la conciliazione, oltre alla sua presenza in frabbrica, ha partecipato anche alla Cabina di regia come afferma Paola Gilardoni, segretaria regionale Cisl Lombardia con delega a welfare e salute. Attraverso la lettura condivisa del bisogno, “Le reti hanno permesso di realizzare un modello innovativo di governance di processi sociali e di politiche del lavoro in grado di superare la frammentazione di sistemi di rappresentanza. Le organizzazioni che vi hanno partecipato sono state costrette a fare sistema tra loro e nei loro ambiti territoriali”.   Per la Cisl “l'esperienza lombarda è stata occasione per ripensare e riorganizzare il proprio modello di rappresentanza, rafforzare legami di fiducia e favorire progettualità condivise creando sinergie tra dinamiche di tutela aziendale e piani di zona territoriali condotti dagli enti locali. “ La rete tra I Piani di Zona e le aazioni in azienda hanno permesso di alalrgare le tutele anche ai precari e ad altre figure professionali deboli solitamente non tutelate per poter meglio coordinare le scarse risorse a disposizione. Ora occorrerebbe ripensare a sistemi di governance di questi processi  capaci di comprendere tutti gli attori in gioco e che non restino in capo ad istituzioni impegnate solo sul terreno della tutela della salute come le ex ASL, ma siano rappresentative di tutte le risorse del territorio.

Messaggio colto pienamente dalla Regione Lombardia che si appresta proprio a dare continuità e sostegno a queste reti per la conciliazione. “Il mio primo impegno sarà quello di lanciare a breve  una cabina di regia, composta da Regione, sindacati, associazioni datoriali, terzo settore, che ci aiuti, attraverso un'attività di monitoraggio e formazione, a migliorare e rendere più efficace ed omogeneo il lavoro svolto dalle Reti sul territorio " afferma l'assessore al Reddito di autonomia e Inclusione sociale  Giulio Gallera nel corso della seconda e ultima giornata, dopo aver assistito ai lavori della prima edizione degli Stati Generali della conciliazione famiglia lavoro e welfare aziendale.

26/04/2016
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