Gazebo informativi davanti a due plessi scolastici: lunedì 25 novembre, dalle 7.30 alle 10 in via Polesine 14, dalle 15.30 alle 17 in via Dolci 7.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Cgil, Cisl e Uil di Milano organizzano iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle continue, tragiche violazioni dei diritti umani fondamentali che colpiscono quotidianamente le donne.
Tra queste c’è la violenza economica, su cui le tre confederazioni vogliono accendere i riflettori con la campagna “Siamo nate per contare”.
La violenza economica si esercita quando un uomo tenta di rendere una donna finanziariamente dipendente, esercitando un controllo totale sulle risorse, oppure minacciando costantemente di negarle, oppure impedendo l’accesso autonomo al denaro. Ma si può trattare anche di atti con cui, all’interno di una relazione affettiva o familiare, un uomo impedisce a una donna di partecipare al mondo del lavoro o di accedere a scuola e formazione, cioè a vivere una vita autonoma perseguendo propri obiettivi di realizzazione personale.
Secondo Magda Bianco, Capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria, audita dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere della Camera dei Deputati lo scorso 4 ottobre, esiste una correlazione forte fra il rischio di essere esposte a violenza di genere e l’assenza di un’occupazione o di una retribuzione dignitosa per via di occupazioni precarie o part time involontario. Secondo un report pubblicato da WeWorld, realizzato con Ipsos, il 49% delle donne intervistate ha subito violenza economica almeno una volta nella vita, cifra che sale al 67% tra le donne divorziate o separate. I dati evidenziano inoltre che oltre una donna separata o divorziata su quattro (28%) ha subito decisioni finanziarie imposte dal partner senza essere stata consultata.
“Siamo convinte – dicono Cgil, Cisl e Uil - che la violenza economica possa essere subdola, perché i segnali a cui si accompagna risultano ‘coperti’ da stereotipi culturali che li rendono difficili da percepire, da parte delle vittime stesse, come forme di sopraffazione. Sappiamo però anche che l’autonomia economica per le donne è la condizione della libertà o la porta di accesso per la liberazione da relazioni violente. Sappiamo che il cambiamento del paradigma culturale dominante, necessario per arrestare ogni forma di violenza sulle donne, è tutt’altro che compiuto”.
I dati parlano da soli: secondo il Ministero dell’Interno, in Italia fra il 1° gennaio e il 10 novembre 2024 si sono registrati 97 femminicidi, 83 dei quali in ambito familiare/affettivo e in 51 casi per mano del partner o di un ex partner. Un’analisi effettuata dalla Polizia di Stato per il triennio 2021-2023 ha evidenziato che il 75% delle denunce per atti persecutori viene sporta da donne, e sempre da donne viene sporta denuncia per maltrattamenti (82%) e violenze sessuali (91%).
Per richiamare l’attenzione sui segnali di rischio e per rifiutare pubblicamente ogni forma di violenza degli uomini contro le donne, lunedì 25 novembre due gazebo saranno allestiti in prossimità di poli scolastici.
Gli orari di presenza dei gazebo saranno:
- Dalle 7.30 alle 10 in via Polesine 14, Milano
- Dalle 15.30 alle 17 in via Dolci 7, Milano