SINDACATO
Cisl Milano Metropoli: cosi' CI organizziamo il futuro

Il report delle attività dei dipartimenti, servizi, enti associazioni. La relazione della segreteria con le proposte: dirigenti e delegati si confrontono all'assemblea organizzativa per affrontare le nuove sfide del movimento sindacale. IL VIDEOSERVIZIO. IL QUADERNO DI JOB. LA RELAZIONE

L' occasione per fare il punto sul lavoro svolto e per pensare alla Cisl del futuro. Senza dimenticare quello che è successo negli ultimi mesi, l’attenzione dei media sui cosiddetti “Stipendi d’oro” di alcuni dirigenti nazionali dell’organizzazione ma, soprattutto, il dibattito stringente sul ruolo e la funzione del sindacato, le regole contrattuali, la rappresentanza. L’assemblea organizzativa della Cisl Milano Metropoli,  quasi 200mila iscritti in continua crescita negli ultimi anni, che sì è svolta venerdì 16 all’Hotel Holiday Inn di Assago, si è concentrata su questi temi. Dall’introduzione del segretario generale Danilo Galvagni alla relazione della segreteria letta dal segretario organizzativo Gilberto Mangone , ai contributi di Ugo Duci (segreteria regionale) e Giovanna Ventura (segreteria nazionale), ai 18 interventi di dirigenti e operatori  che sono entrati nel merito dell’attività delle federazioni, dipartimenti e servizi in cui è articolata Cisl Milano Metropoli.  “OrganizziamoCi il futuro”  è stato lo slogan dell’Assemblea, con la C di organizziamoci  volutamente in evidenza a significare l’impegno e la volontà dell’organizzazione ad essere in prima persona protagonista del necessario cambiamento che, inevitabilmente, oltre all’economia, alla società e alla politica, investe anche il sindacato che, mantenendo i valori e lo spirito delle origini, deve attrezzarsi  a governare la modernità , rivedere il rapporto con i giovani, favorire il ricambio generazionale.

In un Quaderno di Job , realizzato per l’occasione, sono raccolti i report dei dipartimenti, servizi, associazioni e enti con, in appendice, un contributo di primissimo livello: l’intervento integrale del cardinale Carlo Maria Martini fatto in occasione dei 50 anni della Cisl nel maggio del 2000. Da questo testo è stato tratto il famoso profilo del sindacalista ma ci sono anche altri passaggi, e in generale tutta l’impostazione del discorso, che risultano ancora attualissimi a quindici anni di distanza.

GALVAGNI - Nei tempi bui” come spiegava Bertolt Brecht,  ci sono azioni malvagie, perfino azioni malvagie di nuovo genere, ma non sono queste a creare il buio. Il buio è ciò che viene quando gli spazi aperti e chiari tra la gente, gli spazi pubblici in cui gli individui possono rivelarsi, sono sfuggiti o evitati; il buio diventa atteggiamento carico di egoismo, tutela d’interessi personali, di odio verso la sfera pubblica, verso la politica”. E’ questo l’attacco dell’introduzione di Galvagni che poi prosegue  “In questo contesto l’assunzione di responsabilità singole, ma soprattutto di responsabilità collettive, diventa l’obiettivo di questa assemblea organizzativa che ha anche l’ambizione di pensare il nuovo. Ritengo ci sia un profondo Prima e Dopo negli assalti che la Cisl ha subito negli ultimi tempi, assalti che nel colpire atteggiamenti dei singoli dirigenti hanno di fatto minato la credibilità e la stessa azione politica dell’organizzazione. Per pensare il nuovo, il Dopo, non possiamo usare vecchi concetti ormai svuotati del loro significato e della loro utilità. Non possiamo utilizzare i concetti del Prima, ereditati da un mondo che non esiste più, per esplorare il Dopo. Ma non possiamo mettere da parte vecchi concetti senza essere consapevoli di quanto questi permangano in noi, come siano profondamente radicati nel nostro pensiero”. E ancora “Quello che riusciremo a costruire nella Cisl di Milano Metropoli dipende da noi dalla nostra ambizione di essere dirigenti ma soprattutto attivisti Cisl, nelle nostre capacità di operare come un organismo unico, nelle capacità d’ascolto e di confronto che ci porterà alla fine a realizzare importanti progetti, il tutto teso alla manifestazione evidente di quella sfera pubblica, di quella politica trasparente che già Don Milani sintetizzava in quel “I Care” che tutti noi abbiamo nel cuore”.

MANGONE - La relazione  presentata da Mangone  entra nel dettaglio dell’attività della Cisl Milano Metropoli e traccia le linee guida per il futuro che sono poi state recepite nel documento finale approvato dall’assemblea. “E’  nostra  responsabilità – scrive la segreteria-  tenere  un’organizzazione  ancora  “viva”  capace   di   credere      ancora   nel   lavoro   collettivo   e   quotidiano      fatto   di  capacità  di  rappresentanza,  di  idee  da  sviluppare  sul  territorio,  di  impegno  da   profondere   in   ambito   sindacale   e   contrattuale   nonché   di   forte   spirito   di servizio  verso  tutti  ed  in  particolare  verso  gli  “ultimi”. Dobbiamo  incominciare  a  prendere  coscienza  e  comprendere  meglio   che  la  nostra  base  associativa  si  è  allargata.   Siamo  vicini,  infatti,  a  rappresentare  circa  200.000  iscritte  e  iscritti  con  bisogni  diversi  e  per  certi  versi  più  complessi  di  prima”.  E proprio per quanto riguarda il tesseramento (nel Quaderno ci sono i dati complessivi e per federazione dal 2012 al 2014) “rileviamo  che  il  dato  è  fluttuante  tra  i settori:  tra  crescita  e  diminuzione  degli  iscritti. Tendenzialmente  crescono  in  modo  esponenziale  i  servizi,    sono  stabili  l’industria    e  il  settore  pubblico  mentre  rallentano  pensionati  e  edili.   Nel   complesso   la   Cisl   Milano   Metropoli   negli   ultimi  tre   anni  cresce   costantemente   di   qualche   migliaio   d’iscritti   all’anno”. Tre, per concludere, le linee guida per il prossimo futuro: 1) la  rivisitazione  del  numero  delle  zone  sul  territorio  della  Cisl  Milano  Metropoli,  individuando  5/6  MACROZONE,  qualificando  la  presenza  dei servizi  nonché  inserendo  una  figura  che  assuma  la  responsabilità  nel  della stessa in raccordo con la Confederazione (Coordinatore);   2)   costruire   un   progetto   incisivo   sulla   politica   dei  quadri   a   partire   dalla   necessità   d’intercettare   le   nuove   generazioni  a  cui  dobbiamo  dare  un  punto  di  riferimento  sindacale  e  sociale  a  partendo  dai  nuovi  bisogni  e  nuovi  linguaggi;  3)   costruire  strumenti  in  grado  di  intervenire  sulle  opportunità  formative  di  qualità,      per   gli   iscritti   e   quelli   che   vorranno   iscriversi,   sempre   più  rispondenti  ai  concetti  di  occupabilità,    orientamento,  riqualificazione  e  collocamento”. (l’articolazione di questi punti  la trovate  nel testo integrale allegato).

19/10/2015
ALLEGATI
23bcca43d6ff3c0d191d8401982f3230
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