All’indomani dell’abbandono di Mediaset , la pay tv rilancia con la nona edizione del talent musicale. Parte il 10 settembre con una giuria per metà internazionale.
Tutti a Milano per rilanciare e consolidare il mercato musicale e la tv di intrattenimento. Si gioca in grande quest’anno in casa Sky, con il lancio della nona edizione di X Factor, il programma che per primo, transitato dalla Rai alla pay tv, ha dimostrato un collegamento reale tra televisione e gusti giovanili. E la presentazione del programma di punta del palinsesto Sky arriva all'indomani di un'uscita che cambia il panorama della tv italiana: Mediaset non è più visibile da questa notte sulla piattaforma satellitare.
Il talent ideato dall’inglese Simon Cowell ormai sperimenta più in Italia che all’estero e ha un successo su tutte le forme di trasmissioni possibili: tv, repliche su Cielo (quest'anno arrivano anche le puntate su Mtv), telefonini, tablet e pc. Un piccolo orgoglio per la squadra che a Milano muove interessi commerciali e attenzione dei media come mai prima. Quest’anno, condotto per la quinta volta da Alessandro Cattelan, ci saranno sei puntate di selezioni (a partire dal 10 settembre) e si parte con i live in diretta da Milano il 22 ottobre.
LA GIURIA – Per metà internazionali, i giudici sono di quanto meglio l’assortimento tv possa offrire al momento, almeno in fatto di musica. C’è Fedez, il rapper rivelazione dello scorso anno (è stato lui a spingere alla vittoria il bravo Lorenzo Fragola nell’edizione passata). “Me la sono vissuta come un lavoro duro – dice oggi – ma solo adesso riesco a godermela. Sto ancora aspettando il nuovo fenomeno rap da scoprire. Ho la sensazione che il pubblico sia per il momento più abituato a scoprire talenti vocali che ragazzi bravi alla scrittura. È una fase di passaggio, ci vorrà del tempo per cambiare, per far capire che anche i rapper sono artisti”.
Elio è il meno giovane dei giurati, ed è anche quello che di edizioni ne ha fatte di più (questa è la quinta): “Faccio parte di un complesso – commenta a riguardo dell’ingresso della sezione band nel programma musicale – e mi fa piacere che si sia questa innovazione. Complessi mi piace chiamarli, perché è un’idea di fare musica e di stare assieme diversa”.
Elio dice che Skin, voce storica degli inglesi Skunk Anansie, è una delle sue cantanti preferite da sempre. Skin sbarca a Milano (“sono residente anche io come Mika”) con un italiano ancora stentato, ma molto volenterosa: “Sono la diversa, quella a cui piace il rock e mi attira l’idea di rappresentare la posizione contraria ai miei colleghi. Ma arrivo con il rispetto di ogni opinione. Sto studiando l’italiano come lingua, la musica italiana l’ho già studiata, mi è sempre piaciuta Gianna Nannini, Jovanotti, i Negramaro”.
Mika è la riconferma più attesa della stagione. Il cantante anglo-libanese si è fatto voler bene da subito dal pubblico italiano, con i suoi giudizi diretti e divertenti e un’attitudine al lavoro da vero stakanovista: “Non credo che nelle edizioni con Morgan ci sia stata più tensione. Forse ora che lui non c’è la produzione è più calma, ma tra di noi va benissimo così. Spero ci siano tanti nuovi ragazzi con il talento grezzo che ha fatto grande Lorenzo Fragola l’anno scorso. Lui non si è montato la testa, anzi, ha gonfiato le sue ambizioni. Ed è un bene perché senza l’insoddisfazione e la voglia di migliorare, un artista si ferma”.