ESCE "AMO"
Miguel Bosè: La conoscenza è una mia costante

 

L'artista spagnolo lancia un disco pieno di riferimenti alla sua vita che è già leggenda: “Ho sempre letto molto e avuto interesse per tutto”.

Ha l'aria della leggenda vivente Miguel Bosè quando entra nella sala del più esclusivo albergo di Milano e si getta in pasto alle domande di una ristretta cerchia di giornalisti. L'occasione è il lancio del suo disco Amo, con 4 pezzi in italiano, il primo di inediti dal 2010. Ma si sa, con personaggi della sua caratura, la conversazione subito prende pieghe extra-musicali di indubbio interesse. “Sono passato attraverso quattro generazioni di ascoltatori – dice orgoglioso – e forse gli ultimi non sanno nemmeno cosa è un cd. Inutile girarci intorno, il nostro lavoro è cambiato ma io non ho paura, mi interessa il nuovo e sono poco traumatizzabile. Ho vissuto l'epoca d'oro dello show business che tutti ricorderanno come gli Anni Ottanta”.

Erano gli anni dell'isteria attorno al suo personaggio, degli entusiasmi fanatici per gli idoli della musica. Anni in cui Bosè coraggiosamente, per coccolare il suo pubblico italiano, si trasferì a Milano per un contratto in esclusiva con quello che all'epoca era un magnate della tv commerciale, Silvio Berlusconi. Erano anche gli anni delle tournèe infinite mondiali, del successo planetario, dell'amicizia con Andy Warhol, dell'allontanamento dall'incombente famiglia d'origine. Un'attrice e un torero come genitori, si capiva che Miguel non poteva essere un personaggio qualunque: “Eppure mi sono sempre sentito in dovere di conoscere, migliorare. Ricordo da bambino leggevo sotto le coperte fino allo sfinimento, con una torcia. Leggevo tutto, pure le prescrizioni mediche. Non c'era l'abbondanza di informazioni come ora, e vi sto parlando di un periodo di dittatura che ho vissuto con Franco. Poi nella valigia dei miei di ritorno dalla Germania scoprì un disco nascosto dei Beatles, e fu una rivelazione per me”.

Bosè dai tardi Settanta non ha mai smesso di incidere, fare film, darsi alla tv, esporsi in pratica a tutti i tipi di spettacolo. “Sono stato anche penalizzato dal pubblico quando in Italia ho lanciato un disco molto sperimentale, Bandido, ma è stato necessario. Volevo far dimenticare Bravi Ragazzi, se non l'avessi fatto non sarei qui oggi”.

Coraggioso e puntiglioso, Bosè oggi ha il pieno controllo della sua creatività: “Sulla copertina di Amo ho voluto mettere tutti i riferimenti alla conoscenza che mi hanno accompagnato nella mia vita, ci sono formule di biologia, elementi di architettura, riferimenti letterari. Chissà se oggi si ha il tempo necessario da dedicare a tutte queste discipline, con tutto quello che abbiamo da leggere appena ci alziamo al mattino...”.

Il disco è anche un modo per gli italiani per riscoprire un artista che è anzitutto un appassionato creatore di musiche, melodie, arrangiamenti. In tempi recenti ha avuto molta visibilità come coach del talent show Amici: “Anche la tv aiuta. Nel programma mi sono sentito si sostenere da subito i Dear Jack perché sono freschi, hanno la faccia e la voce giusta, la scrittura. Sono loro che resteranno, non credo nemmeno abbiano bisogno di consigli per il prossimo Sanremo”.

01/02/2015
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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