Take Me To Church è numero uno in Italia da un mese. Il cantante irlandese è diventato paladino dei diritti civili: “Ma il coraggio del Papa non basta”.
È candidato ai Grammy americani e ai Brit inglesi, Hozier da qualche mese è davvero una superstar globale della musica pop. Con la sua voce blues e una canzone intensa e provocatoria come Take Me to Church, ha conquistato il mondo, anche grazie a un video dove viene narrata una drammatica storia di sopraffazione. Lo abbiamo incontrato di passaggio a Milano, nel mese in cui il brano è stabile al primo posto in Italia.
Come ci si sente a passare dall’anonimato al successo mondiale?
Mi sento entusiasta anche se convinto che la canzone non era destinata a essere un pop hit. È sul web da oltre un anno, l’ho registrata in un piccolo attico in paese e poi l’ho portata in uno studio a Dublino per inserirci la batteria e il piano. Sono contento perché le mie radici gospel e blues sopravvivono e non si sono piegate al gusto imperante, forse anche per questo il pezzo funziona.
Per ringraziare i fan hai messo per un giorno il tuo numero di cellulare su Facebook. Come ti è venuto in mente?
Volevo capire cosa avevano da dirmi, e siccome non mi interessa l’aspetto esibizionista dei social network, mi sono solo interessato a capire le emozioni che mi comunicavano gli ascoltatori. È stato entusiasmante ma è durato poco, dopo qualche ora il cellulare è collassato.
Che vuol dire Take Me To Church?
Ha un’ambivalenza di significati. La Chiesa in questo caso è qualcosa da adorare, come la persona che si ama. Per me è questo il significato: come per la religione, non ci sono risposte nelle relazioni ed è inutile pretenderle dalla persona che ti sta vicino. L’unica cosa che si può fare è affidarsi all’altro.
Cos’è la religione per te che sei irlandese?
È una parte molto pregnante della nostra vita, nel saluto irlandese si dice “Che dio sia con te”. Ma faccio differenza tra religione, che secondo me è quello che le persone vogliono far credere, e fede, che è quello in cui si è liberi di credere.
Il video del tuo successo narra la storia di violenza su un amore diverso. Ti piace la svolta di Papa Francesco su alcuni temi etici?
Non c’è stato un cambio di politica della Chiesa cattolica, solo un cambio di messaggio. Credo che sia stato molto coraggioso da parte del Papa dire cose tipo “Chi sono io per giudicare?”. Ma non basta. Il mio applauso arriverà quando si manifesteranno i cambiamenti concreti, anche se capisco che ci vuole del tempo.