Mazzacane (Cisl medici): recuperiamo 4,5 milioni dalle ferie arretrate e da parte della tredicesima per rilanciare la fondazione con un sistema di cogestione alla tedesca.
“Cisl-Medici, in riferimento alla ‘questione Fondazione Salvatore Maugeri’,- ha dichiarato Danilo Mazzacane (nella foto) segretraio generale Cisl medici Milano - non solo riprende e conferma quanto affermato e riportato sul quotidiano Italia Oggi del 11/11/14 (‘...La Cisl pare aver capito l'antifona ...ha manifestato il suo interesse, chiedendo un posto in consiglio di amministrazione per il sindacato. Una sorta di piccola cogestione alla tedesca...’), ma rilancia con una proposta. Recuperare i 4,5 milioni di euro del 2014 utilizzando il corrispettivo economico delle ferie arretrate ed una percentuale della tredicesima, a patto di conoscere e concordare nel breve il piano di rilancio industriale aziendale , realizzando un sistema di cogestione aziendale alla tedesca. Parliamone... ”.
di seguito il testo dell'articolo di Italia Oggi dell'11/11/2014 cui fa riferimento Mazzacane
È questa la valutazione di Gualtiero Brugger, scuola Guatri, sul risanamento della Maugeri
Possibile l'impresa impossibile
Analisi dei costi e serena contrattazione per ridurli
di Bonifacio Borruso
Gualtiero Brugger è tornato. Il bocconiano, che negli anni '80 e '90 è stato grande ristrutturatore, con Rizzoli e Boeehringer, risanatore, con Bastogi ed Efim, ma anche privatizzatore in Iri di Ilva e Iritecna, è tornato infatti rilanciare un gigante della sanità, la Fondazione Maugeri di Pavia. A strappare questo allievo del grande rettore Luigi Guatri alla sua cattedra di finanza dell'impresa e al suo avviatissimo studio di consulenza, fino ad accettare la nomina la presidente di quella fondazione, è stata, dice chi lo conosce bene, la passione per le sfide ardite.
La Maugeri, 21 centri dediti soprattutto alla riabilitazione in tutta Italia, con 3.500 dipendenti di cui 700 fra medici e ricercatori, è infatti finita, due anni fa, nel ciclone delle inchieste sulla sanità milanese che la decapitarono, colpendo l'allora presidente Umberto Maugeri. Secondo la Procura milanese, a Pavia si pagava come consulente il faccendiere Pierangelo Daccò, che orientava le scelte sanitarie laddove la Regione Lombardia di Roberto Formigoni avrebbe piazzato accreditamenti e incentivi. Un meccanismo corruttivo, secondo gli inquirenti milanesi, che per questo hanno ottenuto il processo dei vertici, giudizio ancora in corso. Processo dal quale la Fondazione, come persona giuridica, è uscita patteggiando per ben 12 milioni. La guida della Maugeri era passata allora al fratello, Aldo, stimato avvocato pavese, estraneo sino a quel momento alla gestione, che però, nell'agosto scorso, è stato stroncato a 68 anni da un infarto.
È stato allora che, a Pavia, le tre figlie di Umberto, Barbara, Giulia e Chiara, quest'ultima presidente dell'Associazione sostenitori e promotori della Maugeri, che nella governance decide i destini della fondazione, hanno pensato a Brugger. Il quale ha guardato i conti e ha capito che la mission era tutt'altro che impossible. Come prima mossa, il neopresidente ha richiesto un pre-concordato al Tribunale di Pavia, grazie al quale per 120 giorni, rinnovabili di altri 60, si studierà un accordo coi creditori, le banche per 130 milioni, e i fornitori per circa 60, sospendendo ogni azione giudiziale. «Siamo fiduciosi di trovare un'intesa», ha detto l'altro ieri, incontrando la stampa, «senza dover ricorrere al più oneroso concordato preventivo».
Quindi, per presentare un piano credibile ai creditori stessi, ha messo i sindacati alle strette, facendo notare che, pur essendo una fondazione privata, Maugeri, aveva concesso ai dipendenti il contratto del settore pubblico e assai superiore, come trattamento, agli istituti del settore, come la Fondazione Don Gnocchi e altri istituti. «Da noi le retribuzioni incidono per il 61% sui ricavi», ha detto il professore ai sindacati di medici e paramedici, «nella media dei nostri competitori è del 47%». Se il costo del lavoro scenderà, pubblico o privato che sia il contratto, ha spiegato Brugger, non ci sarà bisogno di licenziare nessuno, né di vendere nemmeno una delle case di cura, per le quali le offerte non mancherebbero. «Costi abnormi», ha detto, coi quali la fondazione non può permettersi di affrontare una stagione in cui la spending review che ha contratto in tutta Italia la spesa sanitaria. Anche se qualche sindacato, che ha raccolto a Pavia 25mila firme «contro la privatizzazione del contratto», ha cercato di mettere direttamente in relazione i guai giudiziari con la crisi, senza però spiegare ai cittadini che sottoscrivevano, di guadagnare di più degli altri lavoratori del settore.Ma per uscire dalla crisi e «tornare a fare sviluppo», Brugger pensa di applicare alla Maugeri quello che, per legge, è stato fatto alle casse di risparmio negli anni '90: dividere la fondazione dalle attività produttive, creando un'azienda sanitaria in cui far affluire nuovi investitori, attratti dalla sicurezza del business, con una popolazione che invecchia la domanda di riabilitazione crescerà, e dall'ingente patrimonio immobiliare, ancora da rivalutare, ma stimato intorno ai 200 milioni. «Si può fare», ha spiegato il bocconiano, «dentro Kos, gruppo della sanità della Cir di Carlo De Benedetti, c'è un fondo di investimento, che ha il 49%. E anche l'Humanitas dei Rocca, ha valorizzato il patrimonio immobiliare in una società diversa da quella che si occupa degli ospedali». Ovviamente la fondazione resterebbe il socio di riferimento della società, dedicandosi alla ricerca medica.
«Non mi importa se il contratto sarà pubblico o privato: quando ci rivediamo mi dovete dire di quanto scenderà il costo del lavoro», ha detto tranquillo il professore ad autonomi e confederali. La Cisl pare aver capito l'antifona: come ha riportato la Provincia pavese, storico giornale locale, che segue passo passo la vicenda, ha manifestato il suo interesse, chiedendo un posto in consiglio di amministrazione per il sindacato. Una sorta di piccola cogestione alla tedesca, confidando forse nel cognome del professore. Il quale però è nato a Lecco, 70 anni fa.
MAUGERI, LA REGIONE SI E' MOSSA. ORA SERVONO I FATTI dell'8/11/2014
“Facendo seguito agli esiti dell'interrogazione tenutasi ieri nella Commissione che mi onoro di presiedere ed alla confusione generatasi, con l'emergenza di forti dubbi e perplessità manifestatemi da molti Commissari, con la presente sono a richiedere la trasmissione:
Ø del Piano strategico, industriale e finanziario statutariamente previsti;
Ø del Business Plan commissionato alla Società PricewhatherhouseCooper, per consentire un corretto espletamento delle funzioni di vigilanza e controllo spettanti a codesta Commissione” Questo il contenuto della lettera inviata al presidente e al direttore della Fondazione Maugeri di Pavia del presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia, Fabio Rizzi. Una “richiesta di documentazione” con l’obiettivo di fare chiarezza sulla complessa situazione della Fondazione.
“un primo passo importante – commenta Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Milano metropoli che giorno fa aveva appunto chiesto l’intervento della Regione- che accogliamo con prudente ottimismo. Auspico che l’intervento della Regione possa riportare quel minimo di serenità tra il personale della Fondazione, condizione necessaria per avviare una proficua, e spero rapida, trattativa con l’azienda sulla dirigenza medica e sulle altre questioni che interessano la Fondazione. Oltre a garantire ai cittadini la continuità delle cure con la qualità' propria dell'eccellenza”
FONDAZIONE MAUGERI: E' L'ORA CHE LA REGIONE INTERVENGA del 5/11/2014
llustrissimi assessori, mi permetto di interpellarvi per segnalare la forte criticità della “questione Fondazione Maugeri” in conseguenza della rottura delle trattative sindacali della dirigenza medica, decretata unilateralmente dalla direzione della Fondazione Maugeri, con la modifica del contratto di lavoro". - inizia così la lettera aperta che il segretario di Cisl Medici di Milano Danilo Mazzacane ha inviato agli assessori regionali Aprea lavoro e istruzione) , Melazzini (attività produttive) e Mantovani (sanità). "In verità -prosegue- una vera trattativa non è mai iniziata, per l’insufficienza dei dati esposti, per la mancata presentazione di un piano di rilancio industriale e per una proposta impositiva di risanamento del bilancio.Quanto sin qui riferito si rivela in netto contrasto con gli indirizzi dettati dalle Commissioni Regionali III e IV a luglio 2014 e presenta il rischio di produrre pesanti ripercussioni sulle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture della Fondazione Maugeri in Lombardia, con una notevole potenzialità di nocumento socioeconomico per la perdita del livello occupazionale e della riduzione del salario.Pertanto vi invito ad intervenire per salvaguardare le prestazioni sanitarie e il livello occupazionale e retributivo dei medici che operano nelle strutture di eccellenza della Fondazione".