FORUM PERMANENTE SULLA PROSTITUZIONE
Sfruttamento sessuale, un approccio multidisciplinare

I risultati di un interessante convegno promosso da Cgil, Cisl, Uil e Caritas Ambrosiana  che affronta il fenomeno da diversi punti di vista.

Il Forum Permanente sulla Prostituzione , promosso da CGIL, CISL, UIL Milano e Caritas Ambrosiana, ha proposto col patrocinio del Comune di Milano l’appuntamento “ Sfruttamento Sessuale. Cultura, economia, criminalità ”.

Il convegno ha riscosso un’importante presenza di pubblico e il contributo di realtà diverse - laiche e religiose, sindacali e politiche - che hanno messo in luce l’improrogabile bisogno di creare una connessione tra gli ambiti sociali a diverso modo responsabili e coinvolti nel fenomeno della prostituzione.

L’obbiettivo dell’iniziativa è quello di superare la superficialità, spesso legata alla disinformazione, che avvolge il tema della prostituzione. In questo senso è stato adottato un approccio multidisciplinare che integra la relazione fra i generi, l’educazione e il rapporto denaro potere, in grado di cogliere la natura complessa del problema in tutte le sue sfaccettature. La speranza è di incidere sulle scelte politiche e sociali al fine di sconfiggere questa piaga.

È necessario interrogarsi sulla cultura che ha portato alla svalutazione del corpo, come sostiene Luisa Leonini , sociologa e prima ricercatrice sulla prostituzione a Milano: “la mercificazione ha portato a considerare il corpo come una merce di consumo – quanto vali corrisponde a chi sei” .

La prostituzione diventa quindi una forma di dominio sull’altro, non solo fisica, ma anche mentale e il denaro è lo strumento del potere.

Ecco che diventa evidente come lo sfruttamento sessuale sia anche un problema di genere che vede la complicità di quello maschile - in quanto cliente - di organizzazioni criminali e di un’etica distorta che legittima la prostituzione, nascondendosi dietro frasi come ‘è il mestiere più vecchio del mondo’.

Ivana Brunato ha parlato durante la conferenza a nome del Forum: “ abbiamo scelto di essere di parte. Vogliamo creare reti di sostegno per salvare chi è oggetto di tratta, affinché la libertà non sia un fenomeno marginale mentre la prostituzione fa da padrona ”.

È necessario quindi valorizzare la libertà di non prostituirsi, ormai diventata concetto molto relativo, condizionato da numerosi fattori soprattutto indotti da un panorama economico fragile.

Spesso però la libertà di scegliere viene privata dalla violenza ricattatoria della criminalità organizzata. Il direttore del centro studi sociali contro le mafie Progetto San Francesco, Alessandro De Lisi, è chiaro a riguardo: “ la prostituzione non può essere in alcun modo tollerata né semplificata penalmente colpendo solo la singola prostituta” ed evidenzia ulteriormente l’urgenza di un salto di qualità delle azioni legislative e al tempo stesso di un’unità e responsabilità sociale basata sulla formazione e l’informazione.

I flussi migratori internazionali sono un’altra realtà strettamente legata alla prostituzione, ne ha parlato Fabrizio Maronta , il quale ha evidenziato il ruolo ormai centrale delle reti criminali transnazionali nella tratta di migranti economici e in quella a sfondo sessuale: “ la tratta è un’emergenza di natura internazionale. Come tale, va affrontata con gli strumenti della cooperazione bilaterale tra politica estera nazionale ed europea ”.

La natura della prostituzione è quindi complessa, ma anche mutata nel tempo come spiega Luisa Leonini , la prostituzione in senso classico, infatti, è stata sostituita da un insieme di individui che entra ed esce da questo mondo a seconda delle necessità, rendendo più labili i confini del fenomeno e più difficili le questioni etiche.

Anche Internet ha contribuito a un rafforzamento e a una ‘normalizzazione’ del fenomeno, allargando le possibilità di adescamento e rendendo le case chiuse una realtà obsoleta.

In questo momento, probabilmente, le leggi esistenti non sono più adeguate ad affrontare la nuova complessità e portata di ciò che costituisce lo sfruttamento sessuale. Bisogna quindi partire da una riflessione comune, per sostituire la schizofrenia degli interventi attuali con un chiaro e concreto orientamento legislativo.

Per fare ciò, afferma Luisa Rosti docente di Politica Economica presso l’Università di Pavia, le buone azioni non bastano, quello che conta non è la volontà di fare una buona norma, ma la sua efficacia che va verificata con dati e prove, interrogandosi sulle conseguenze delle scelte collettive e individuali, sui costi e i benefici per l’intera società.

21/10/2014
Laura Pampolini
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