Il gruppo piemontese sale in popolarità in tutto il mondo. Merito del loro disco che porta gli anni 30 nel mondo digitale.
Gabriele Concas e Matteo Marini sono dei veri pionieri. Uno fotografo, l’altro grafico, innamorati da sempre della musica e dell’elettronica, dal 2010 hanno pensato di attuare una piccola rivoluzione nel campo del pop italiano. Fondere lo swing e le melodie degli anni 20 e 30 con l’elettronica e la musica da dj. “Quando abbiamo iniziato eravamo i soli a sperimentare questo genere e abbiamo avuto immediati riconoscimenti più all’estero che in Italia”, raccontano a Job presentando il disco d'esordio "Swing Circus" (Warner Music) che esce a nome di The Sweet Life Society, il titolo del loro show, la prima serata electroswing in Italia.
Per aver un’idea di come questi visual artist hanno reso divertente e attuale un universo apparentemente distante, conviene guardarsi "Prima di ogni prima" ( http://www.youtube.com/watch?v=2-VH0SlYQ_w ) la loro nuova canzone. Che descrivono così: “La prima volta di qualsiasi cosa è un'incognita che può mettere paura, ma che va affrontata senza ripensamenti. Vale sempre la pena di rischiare, piuttosto che rimanere bloccati dalla paura che le cose possano andare male”.
Mentre ci parlano, è ancora forte il risonante ricordo dell’esibizione recente a Glastonbury, il più grande festival inglese: “Eravamo gli unici italiani ed è stato bello vedere l’entusiasmo delle persone accorse. Perché noi siamo innamorati delle sonorità vintage, ma dal vivo i l pubblico viene per ballare. Italiani? Ce ne sono, ma all’estero ci apprezzano più per la musica, quindi c’è gente di tutti i tipi”. E cosa diranno i fan europei del duo torinese quando ascolteranno “Criminale”, una delle canzoni più irriverenti del disco? “Probabilmente se coglieranno il senso si ricorderanno dei politici corrotti che abbiamo, di Berlusconi per esempio. Ma non è una nostra volontà rappresentare questo tipo di Italia. È quello che c’è e noi lo abbiamo preso a prestito per descrivere tutto quello che non va nella vita in generale”.
C’è anche un immaginario circense nel loro costante ripescaggio nell’estetica anti-moderna. The Sweet Life Society infatti si fanno fotografare in ambientazioni felliniane e ripropongono un certo stile vagabondo nella loro musica, che resta però ancorata a ritmi del’hip hop: “Fellini è una fascinazione comune a tutti noi. E poi il circo è anche un modo per sdrammatizzare, visto che lo stile swing è sempre visto come autorevole e serioso, noi lo sporchiamo così. Da quattro anni portiamo in scena un ibrido di swing, electroswing e spettacoli circensi. "Swing Circus" è il nostro modo di vivere la musica: ci sentiamo i circensi dell'electroswing. Siamo fieri di aver rilanciato il vintage e lo swing in Italia; ma ogni moda è passeggera, invece noi vogliamo contribuire a costruire una cultura dello swing che resista al mutare dei gusti della gente. Più che una band, siamo una factory che comprende anche grafici, videomaker, animatori... fino ai tanti musicisti che hanno aderito al progetto The Sweet Life Society" .