EMERGENZA ABITATIVA
Case popolari: il Comune mette in mora 20mila inquilini

Il provvedimento per presunti debiti maturati fino all’anno 2007 quando c’erano i gestori privati. I sindacati abbandonano il tavolo di trattativa in corso con Palazzo Marino sulla gestione della morosità. Il comunicato stampa di Sicet, Sunia, Uniat, Unione Inquilini, Conia.

Il Comune di Milano non poteva prendere peggiore decisione per il recupero degli arretrati relativi alle pessime e inattendibili gestioni fatte dai privati negli anni fino al settembre 2009.

Con una decisione del tutto inopportuna e infondata sotto il profilo strettamente normativo, ha inviato a oltre 20.000 inquilini comunali una comunicazione di messa in mora chiedendo il pagamento di arretrati maturati fino al dicembre 2007 entro 30 giorni dal ricevimento della lettera.
Il debito contestato va da poche decine di euro ad alcune migliaia.

Il problema è che questa operazione viene fatta senza alcuna dimostrazione contabile da parte del Comune che attesti l’effettiva esigibilità degli importi e proprio mentre era in corso una trattativa sindacale con l’obbiettivo di definire, attraverso un accordo, tempi, criteri e modalità per il recupero della morosità pregressa.
I sindacati inquilini hanno avuto solo in data odierna, nel corso di un incontro già previsto, la comunicazione di questa decisione unilaterale e hanno unitariamente deciso do abbandonare il tavolo in segno di protesta.

A seguito di questa presa di posizione il Comune ha successivamente inviato una comunicazione ai sindacati Inquilini spostando di 60 giorni i termini di pagamento.


I sindacati inquilini hanno già invitato, attraverso un volantino distribuito nei quartieri, tutti gli inquilini comunali a non versare le somme richieste e a rivolgersi alle sedi sindacali per firmare la lettera individuale da inviare al Comune con la richiesta di ritiro della messa in mora e dimostrazione che gli arretrati siano effettivamente dovuti.


Il metodo attuato dal Comune di Milano oltre ad essere inaccettabile dal punto di vista delle relazioni sindacali, è dannoso rispetto agli obbiettivi di recupero della morosità, poiché crea confusione e tensione all’interno dei quartieri popolari.
E in questo momento la confusione e la tensione sono le ultime cose che servono per migliorare la gestione del patrimonio comunale.

18/07/2014
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