ESCE "SERIAMENTE IRONICO" DI GIANLUCA CHIARADIA
Un rocker veneto dal sapore retrò

Un appassionato di vinili e Bob Dylan fa musica pensando ai film di Woody Allen. Strano? Ma funziona. E ha solo 22 anni.

Quando il guro della sperimentazione Ryuichi Sakamoto ha suonato a Treviso qualche anno fa, Gianluca Chiaradia era in prima fila ad ascoltarlo aveva meno di 20 anni, i suoi coetanei probabilmente stavano in giro con iPad e cellulari a ballare Shakira. Ma il giovane cantautore di Conegliano, vicino Treviso, non si sente solo nei suoi gusti e nel suo percorso. Ha da poco pubblicato il suo disco d’esordio Seriamente Ironico, dove ha unito l’amore per le atmosfere acustiche, create dalla sola voce e chitarra, e il sapore retrò di alcuni grandi del passato a cui si ispira. “Bowie, Beatles, Van Morrison sono sempre stati ascoltati a casa mia”, ci dice presentando il disco. Parla di suo padre, Gianluca, un ragazzo che come tanti cerca di sfondare nella musica, aiutando ancora i genitori a portare avanti l’attività di famiglia: “Devo a lui la passione per il vinile, sono diventato un vero collezionista, ho i dischi degli Stones su etichetta Decca, quelli dei Beatles stampati dalla Apple”. E dire che a 22 anni molti dei ragazzi non sanno nemmeno come è fatto un disco: “Ma a me piace assaporare la musica, vivere i grandi del passato attraverso questi oggetti che sono feticcio”, dice con fare persuasivo di chi deve convincerti che non c’è nulla di strano in queste scelte.

"Anche per i testi - ci spiega - non ho mai pensato di cercare di far notizia con la solita denuncia sociale. Ci sono artisti che campano su questo, ma va bene per loro. A me piace più puntare sull'introspezione, indagare sull'essere umano"

Quando ha pensato di fare un disco, si è messo da solo (questa volta grazie al web, però) a cercarsi un distributore. “ho fatto i contratti di distribuzione digitale con Amazon e iTunes e poi dall’America mi hanno offerto di stampare il disco fisico che venderò ai concerti”.

Di supporter non parla. “Non guardo agli italiani, ci sono grandi artisti sicuramente, ma anche il modo in cui ho cercato di registrare le mie canzoni ha poco di italiano. Non c’è la pomposità e il melenso di alcuni arrangiamenti con archi e cose simili”. Gli piace la semplicità e ha le idee ben chiare pur essendo debuttante come compositore: “In realtà compongo da quando avevo 12 anni e ho acquisito metodo con la chitarra classica. Ma sono molto selettivo le canzoni che scrivo le devo sentire mie, se non mi mettono a mio agio le cestino”. Su alcuni pezzi del disco sono presenti anche turnisti di esperienza, come il bassista di Ornella Vanoni, Edu Hebling “uno strumentista straordinario che ha del sangue brasiliano e tedesco”. Ma Chiaradia non ha voluto un arrangiatore: “Ci ho messo le mie influenze, quello che avevo in testa. Nel testi mi sento vicino a delle atmosfere raccontate nei film di Woody Allen e nelle canzoni di Fred Buscaglione, che per me è un vero mito sottovalutato in Italia. Nella musica volevo un aspetto introspettivo che poco ha a che fare con quello che si sente in giro ora nel nostro paese”.

Il suo obiettivo? “L’ambizione è farsi conoscere con la propria dignità e integrità. Se vai ai concorsi in tv non cercano cantautori, proprio perché non è interessante per il sistema avere una persona con un percorso, con delle idee. Meglio costruire dei personaggi, per loro. Per me, meglio fare la mia strada lentamente e magari al trentesimo disco qualcuno se ne accorgerà”. Ma non vorrai avere riconoscimenti solo quando avrai l'età dei tuoi idoli? "A me che piacciono le vecchie glorie, non può che andare così!".

26/06/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
Twitter Facebook