Torniamo sul tema della violenza contro le donne, con una cronaca della giornata tenutasi a fine giugno, per la presentazione del libro “Questo non è amore”, scritto da un gruppo di giornaliste del blog “La 27° Ora”. La presentazione, avvenuta alla Cisl di Milano, ha visto un'ampia partecipazione.
La violenza sulle donne è un tema sempre attuale. Non vorremmo lo fosse, ma è un fenomeno preoccupante e sempre presente. Così, per la presentazione del libro "Questo non è amore" a cura della redazione del blog "La 27a Ora", si è presentata l'occasione di discutere del tema in modo più approfondito.
Introducendo il tema, il segretario Generale della Cisl di Milano Danilo Galvagni, ha affermato che sentir parlare di violenza sulle donne è ormai un fatto quotidiano, che però non dobbiamo più parlarne in modo personale, anche se da fatti personali dobbiamo iniziare, perché è necessario intercettare le situazioni che portano alla violenza e riuscire a portare il tema sui tavoli della contrattazione per prevenire quelle situazioni, fatti e comportamenti che hanno determinato la violenza.
Rita Querzè, giornalista del Corriere della Sera e cofondatrice dl blog La27a Ora, ha iniziato il suo intervento con il racconto di come nel Corriere della Sera, un gruppo di giornaliste di tutti i settori del giornale, si sono impegnate alla realizzazione del blog, che prende il nome da una ricerca della Camera di Commercio di Milano, nella quale si dimostrava che le donne di fatto lavorano 27 ore al giorno. Il gruppo di giornaliste ha discusso approfonditamente su quale tema era necessario prendere di mira, per essere incisivi per cambiare il ruolo delle donne nella nostra società; la conciliazione vita-lavoro, la carriera, l’immagine…
La giornalista e scrittrice Cristina Obber, che a sua volta ha pubblicato un libro di storie di violenza “Non lo faccio più”, ha affrontato il discorso sottolineando quanto sia importante impegnarci a sviluppare il dibattito sul tema della violenza sessuale, perché i dati delle ricerche affermano che ben 14 milioni di donne subiscono violenza nel corso della loro vita, che dal 2005 al 2012 sono state uccise 877 donne e che in questi primi 6 mesi dell’anno 2013 le donne che sono state uccise sono già 39.
Il femminicidio continua...
La violenza di genere è sulle donne in quanto donne. Avere la consapevolezza di essere dentro a una situazione di violenza è il primo passo per uscirne. Capire, spesso significa salvarsi. Uno strumento fondamentale contro la violenza è l’impegno per la parità di genere, la condivisione della cura in famiglia dei figli, ma anche degli anziani, l’aumento dell’assertività femminile con l’acquisizione da parte delle donne della loro autonomia finanziaria. Sapere di valere e farsi valere e rispettare, sono la base per non cadere in percorsi violenti e nel caso avere la forza per uscirne. Dobbiamo dare attenzione al tema quotidianamente e non mollare mai. E’ necessario anche preparare figure professionali che sappiano affrontare la questione della violenza in ottica diversa. Formazione per le forze dell’ordine, parlo di specialisti per il sostegno della famiglia, i preti che tanta conoscenza hanno sulle situazione famigliari dei loro parrocchiani. Ben vengano le Reti territoriali, i Tavoli, i protocolli d’intesa, anche con le Associazioni Sindacali, ben venga l’impegno delle associazione che promuovono incontri/ dibattiti sia fra i cittadini e sia nei luoghi di lavoro ma anche nelle scuole, perché capire il problema e divenirne consapevoli, molto probabilmente è anche salvarsi e questo permette alle donne-vittime di uscire dall’isolamento in cui sono cadute.Facciamoci di più i fatti degli altri! La violenza contro le donne è un problema maschile, il loro coinvolgimento in questi dibattiti e/o percorsi formativi, è indispensabile per cambiare. La cultura della relazione uomo-donna deve cambiare da una cultura dispari, (uomo forte e donna debole) alla cultura della valorizzazione della diversità, con il riconoscimento della parità. Proprio questa riflessione sulla diversità di genere nella parità è oggetto di approfondimento anche da parte degli uomini all’interno delle loro associazioni, come Maschile plurale, che sono impegnati ad approfondire il tema dalla parte degli uomini.
Antonella Mariani giornalista di Avvenire ha affrontato il tema dell’educazione alle giovani generazioni. La famiglia luogo per fare esperienza di rapporti buoni perché la prima educazione arriva da lì. Per cambiare la cultura della violenza, che è sopraffazione degli uni sulle altre, si comincia dall’educazione nella famiglia. E’ necessario vigilare sui nostri figli, anche a dispetto della loro privacy. Noi siamo gli educatori dei nostri ragazzi e non dobbiamo sottrarci. Oggi i ragazzi e le ragazze sono alla ricerca di regole, sono portatori di valori, bisogna ripartire dai buoni esempi dalle buone pratiche e soprattutto rafforzare le reti sociali di sostegno. Spesso sono lasciati troppo soli davanti ai social media. Il problema dell’educazione è il problema di questa nuova generazione. La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha ritenuto il tema educativo importante in questo tempo tanto da lanciare per il decennio 2010/1020 il tema dell’educazione e alla responsabilità di tutti per una battaglia civile contro la violenza.
Il dibattito è stato molto vivace e molte idee ne sono uscite, tra cui la necessità di impegnarci in una grande campagna di comunicazione per aiutare le donne che denunciano. Dobbiamo impegnarci a trovare i fondi per fare progetti che aiutino a cambiare la cultura della violenza, sapendo che la violenza ha un costo sociale molto alto. Dobbiamo dare alle donne la possibilità di uscire dalla violenza anche attraverso il lavoro. La cultura deve cambiare.
Anche con questa iniziativa, Cisl Milano Metropoli ha dimostrato di essere attenta a cogliere tutte le opportunità per mettere all’ordine del giorno il tema della violenza alle donne, tema che l’ha vista sempre impegnata negli anni scorsi e che continuerà sia a promuovere sia a sostenere, tutte le iniziative che si renderanno necessarie per contribuire a cambiare la cultura incivile della violenza contro le donne.