Una ricorrenza che ha fatto discutere e animato le prime pagine dei quotidiani di oggi. Ma diversamente da ciò che ci si attendeva...
Ieri la Giornata della Memoria, e oggi le polemiche infiammano i giornali. Peccato. La Giornata della Memoria è una grande giornata di riflessione ed è importante che insieme ci si ritrovi per ricordare che il periodo fascista, le leggi razziali, ma anche il fatto che questa dittatura ha innescato negli italiani un sentimento, un movimento civile, che ha fatto nascere il sistema democratico basato sulla Costituzione. Sistema in divenire, in cui tutti insieme dobbiamo impegnarci per migliorarlo.
Io l’ho passato in compagnia di Rita levi Montalcini, nella lettura del suo libro “Elogio dell’imperfezione. Una vita nella scienza: l’affascinate vicenda di una donna scienziata”. Pubblicato nel 1987 dalla fondazione Alfred P. Sloan dove Rita Levi Montalcini, donna ebrea, pertanto non cattolica, educata dal padre a essere “libera pensatrice” e costretta a rinunciare a sviluppare i propri talenti a causa della situazione politica e delle leggi razziali che sono state emanate perché non le permettevano più andare a studiare e sviluppare le proprie ricerche negli istituti.
Il libro è scritto in prima persona e lei scrive delle sue difficoltà a portare avanti le sue ricerche di cui era appassionata. Infatti dopo un periodo in Belgio, ritorna in Italia, a casa sua. Non si perde di coraggio, pensa di mettere su un piccolo laboratorio e riprendere le ricerche interrotte. Parla del suo progetto alla mamma e ai fratelli Gino e Paola e avendo la loro approvazione, allestisce un laboratorio nella sua camera da letto per poter proseguire le sue ricerche.
“La mia camera, occupata per un terzo dal letto, fu trasformata in laboratorio. Di fronte alla finestra che si affacciava su un lungo balcone, prospiciente al cortile del palazzo, sistemai il tavolo con la casetta in cui operavano gli embrioni,… Addossata alla parete opposta a quella occupata dal letto, avevo collocato un’istoteca nella quale conservavo le sezioni seriale degli embrioni, l’incubatrice e il termostato per l’inclusione di paraffina.... L’inverno e la primavera del 1941 l’ho trascorso nell’esecuzione degli esperimenti che mi assorbivano completamente…”
Mi piace aver ricordato qui un’immagine famigliare di Rita Levi di Montalicini, donna indomita, che nonostante le difficoltà incontrate, avendo vissuto tutto il periodo fascista, la prima e la seconda guerra mondiale con le leggi razziali e con lo sviluppo, nella cultura, l’odio antisemita, è riuscita ad affermare le sue capacità che le sono state riconosciute a livello mondiale.
Rita Levi Montalcini è deceduta il 30 dicembre scorso all'età di 103 anni. Senatrice a vita, premio Nobel. Nel 2001 entra a Palazzo Madama su nomina di Carlo Azeglio Ciampi "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". Ma ancora durante il governo Prodi, tra il 2006 e il 2008, essendo il suo un voto decisivo per la tenuta dell'esecutivo di centrosinistra, viene aspramente contestata dagli esponenti della minoranza. Storace, che sul suo blog, nel 2007 proclamava: "Regaliamole un bel paio di stampelle", dimostrando quanto, ancora oggi, sia importante tenere alta la guardia, contro tutte le forme di razzismo che ancora, dopo altre 60 anni di democrazia, si annidano nella cultura della nostra amata Italia.