I dati del progetto 'borsa lavoro': oltre 20 donne hanno avuto il coraggio di denunciare lo sfruttamento e creare le condizioni per una nuova vita.
Il nostro progetto di borse lavoro per aiutare le vittime dello sfruttamento e della schiavitù della prostituzione, della tratta e della violenza è iniziato nel 2000. Le nostre “borse lavoro”, per l’accompagnamento all’autonomia, hanno coinvolto più di 20 donne le quali hanno trovato in esse un supporto fattivo per superare il momento più critico della loro vita, dopo aver avuto il coraggio della denuncia ed entrare così, in un percorso protetto per uscire dalla situazione in cui si trovavano. A distanza di oltre dieci anni, che lavoriamo su questo tema, in collaborazione con la Cooperativa la Grande Casa, ci domandiamo come il fenomeno si è evoluto.
I dati ci dicono che il fenomeno della prostituzione non diminuisce ma è in aumento, differenziandosi, e non è certo un fenomeno da sottovalutare. Tante sono le storie che abbiamo ascoltato e adesso crediamo che il fenomeno sia ancora più grave e invasivo perché è sempre più difficile uscirne. Non è più solo la strada, ma ormai ci sono appartamenti, motel, hotel, alberghi, centri massaggi, giornali e riviste, internet. La prostituzione è entrata ancor più in città occupando alberghi appartamenti e dentro le case con alcuni canali televisivi, internet, ecc... alimentando un fiorente mercato che le organizzazioni criminali albanesi, rumene, cinesi, madam nigeriane e… con la complicità anche di italiani, gestiscono, facendo affari d’oro e dove solo le donne sono le vittime.
E’ di questa “spazzatura “ che vanno ripulite le strade, le stanze degli Hotel, le sale massaggio, ma soprattutto vanno ripulite le coscienze delle persone, i clienti, che magari pensano, che siccome pagano, non sono consapevoli della gravità di questi comportamenti, e in particolar modo in questo periodo delle feste, alimentano un mercato del malaffare, rendondosi colpevoli della tratta in cui queste ragazze sono le prime vittime. Ci auguriamo che il nostro piccolo progetto sia stato un aiuto alle vittime, ma soprattutto ci auguriamo che il nostro operato abbia potuto far riflettere quanti di noi il fenomeno non lo conoscevano o altri che inconsapevolmente, non rendendosi conto di fare del male, lo alimentavano.