STALKING
Un altro drammatico femmicidio. La strage continua

La vittima, Lisa Puzzoli aveva presentato tre denuncie per molestie ma rivolgersi alle forze dell'ordine  non sempre è sufficiente.  Sono 120le donne uccise dall'inizio dell'anno, nel 2011 sono state 137.

Sono oltre 120 le donne in questo 2012 uccise per aver lasciato il marito violento che le molestava, traferendosi con i figli dalla madre o dalle amiche. Lo scorso anno eravamo arrivate a 137. E’ una situazione drammatica che ci lascia interdetti. La domanda è ma queste donne potevano essere salvate?. Le nostre leggi sono adatte a fermare il femmicidio che imperversa come un’epidemia in quest’Italia presa con la crisi, che a volte sembra soprassedere a questi fatti criminosi come fossero una fatalità? In questo periodo, anche in occasione della giornata contro la violenza sulle donne abbiamo partecipato a molti convegni sul tema per sensibilizzare maggiormente, per rendere consapevole l’opinione pubblica che non può esserci giustificazione a simili fatti. E dico giustificazione, perchè nel nostro Paese, sono 30 anni che è stata abolita la norma che prevedeva il DELITTO D’ONORE (legge 442 del 5.8.1981) a “difesa dell’onore della famiglia”(Codice Penale art. 587 - codice Rocco) e forse nella mentalità più retriva della nostra popolazione c’è ancora il germe che la donna è di proprietà dell’uomo e non sua compagna con diritto alla sua personalità e soprattutto al rispetto in quanto persona.

NON SEMPRE DENUNCIARE E' SUFFICIENTE

Queste donne spesso hanno denunciato, anche Lisa Puzzoli ha denunciato, ma come ben spiega Fiorenza Sarzanini sul corriere del 10 dicembre “l’ufficio del procuratore di Udine Antonio Biancardi, non ha neanche provato a tutelare Lisa, nonostante le botte, le denuncie e le istanze presentate dalla donna contro Manduca, non risulta sia stata presa in considerazione nessuna ipotesi di misura restrittiva”. Anche adesso che in Italia c’è una legge che dovrebbe, oltre che punire tali violenze anche prevenirle, invece nonostante legge sullo stalking, il femmnicidio non riesce ad essere debellato. Forse tale legge andrebbe rafforzata, cosi come diceva il Procuratore di Monza, Vincenzo Fiorello, al convegno organizzato dalla Provincia diMonza, in cui parlava di bilancio sostanzialmente positivo nella sua applicazione, ma la legge, rimarcava, prevede si l’allontanamento del molastatore, ma, a suo avviso, è una misura repressiva troppo blanda, per essere veramente efficace, anche se, aggiungeva, è possibile arrivare a chiederne l’aggravamento, fino ad arrivare al carcere se il molestatore persiste nel suo atteggiamento molestatorio. Però nel Tribunale di Monza, su 10 procedimenti di allontanamento solo 1 arriva alla carcerazione.

LA QUERELA REVOCABILE

Il punto debole della legge però è la “querela revocabile”. La legge prevede in questo caso la sua revocabilità. Spesso infatti chi querela poi viene a revocarla e non ci da più la possibilità di agire contro il molestatore. Inoltre la legge vieta le intercettazioni telefoniche che come sappiamo tutti, il molestatore, usa spesso il telefono per molestare le sue vittime e questo sarebbe un fatto incontrovertibile, di poter continuare le indagini anche se la querela viene revocata. Insisto su questo punto perché noi verifichiamo che il motivo più frequente per cui una donna molestata, viene a revocare la denuncia, non lo fa perché il suo problema di violenza famigliare è risolto, ma lo fa o sotto pressione dei parenti, “per il buon nome della famiglia” oppure per problemi economici e di abitabilità della casa. Insomma se non lavora e la casa e del marito…. ritira la querela. Se avessimo la possibilità di avere le inteccettazioni telefoniche, che documentassero la continuità della molestia, avremmo la possibilità di intervenire indipendentemente della denuncia. È allora va sostenuta la proposta che Fiorenza Sarzanini fa sul Corriere dove dice che “serve un pool di Giudici antistalkoing per evitare altre vittime”invoca che le questure si attrezzino per difendere meglio le vittime di violenza e di stalking, per evitare altre vittime, con corsi di formazione specifica, per rendere la stessa legge più efficace, ma le cronache ci dicono che la difficoltà di prendere la decisione di querelare il molestatore e la facilità della revoca è supportata dalla carenza di strutture di accoglienza sul territorio di queste donne vittime di violenza, costrette a lasciare la loro casa, spesso con i loro bambini.

11/12/2012
Luigia Cassina Responsabile Coordinamento Donne Cisl Milano - info@jobedi.it
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