Da oggi fino al 30 novembre, in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino, un totem alto 2 metri ricorderà ai milanesi come la violenza fisica e psicologica contro le donne sia un fenomeno molto diffuso, che spesso si nasconde dentro le mura domestiche.
La giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata scelta dall’ONU per ricordare la morte drammatica delle tre sorelle Mirabel, il 25 novembre del 1960 furono catturate, violentate, pugnalate e strangolate da un manipolo di agenti segreti del servizio militare della Repubblica Dominicana, allora sotto la dittatura di Rafael Leonidas Trojillo .(1930-1961), mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione.
In Italia da gennaio 2012 alla data di ieri, 23 novembre, le donne uccise, vittime di violenza sono 112, nello scorso 2011 sono state 137 e nel 2010, 127, e l’età delle donne uccise va da 16 a 70 anni . Questi dati ci dicono che in Italia ogni 2 o 3 giorni una donna viene uccisa. E’ un problema mondiale che di chiama Femmicidio .
L’Osservatorio donna della provincia di Milano , sul problema della violenza contro le donne ci dice che sono le stesse donne, il 90% , si rivolgono all’osservatorio per denunciare le violenze subite in casa. L’età media delle donne che subiscono violenza è di trentanove anni ma le più giovani hanno 17 anni e la più anziana 84. Sfata anche lo stereotipo che la maggior parte sono donne straniere. Infatti ben 2/3 delle donne che si rivolgono allo sportello sono italiane di cui ben il 50% ha un’occupazione.
Ma i dati emersi sono solo una minima parte delle violenze subite dalle donne, ben il 90% non viene denunciato. La violenza sommersa e più diffusa è quella domestica, come recita il volantino che diffonderemo domenica prossima, e che la violenza che oltre a ferire le donne ferisce anche i loro figli e incide sulla loro salute.
Prevenire, proteggere e punire. Queste sono le tre parole su cui è necessario agire.
La prevenzione della violenza deve coinvolgere tutti cominciando dai giovai nelle scuole, che devono avere una cultura di relazione più vera e dalle giovani che devono imparare a non subirla anche quando questa sembrerebbe solo un fatto di alterità caratteriale, ma vederla da subito come un segnale di violenza, che potrebbe diventare, molto pericolosa.
La protezione , con una rete sistematica contro la violenza. In questi anni ci siamo molto adoperate per la nascita di reti, fra comuni fra istituzioni e soggetti sociali che a vario titolo incontrano donne violentate, ma ancora è troppo poco. Devono essere più incisive e devono fare più rete fra i vari soggetti istituzionali e non.
Punire. E’ necessario che anche l’apparto punitivo sia esemplare. Ricordiamo che sono solo 31 anni, che nel nostro Paese è stato cancellato il delitto d‘onore. Purtroppo, se non più nel nostro ordinamento, nella nostra cultura, rimane un sentimento di tolleranza per quella violenza perpetrata sulla donna per “colpa”, (mi ha tradito,voleva lasciarmi, ecc..)
Ed è su questi temi che vi invitiamo a partecipare domenica 25 novembre al nostro gazebo in piazza S. Babila dalle 11 alle 16 dove parleremo di questo e soprattutto dove vorremmo portare speranza alle donne per dire loro che è possibile rompere il silenzio sulle violenze subite e aiutarle ed avere il coraggio di denunciare.