In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, il segretario della Cisl affronta il tema cruciale della parità fra uomo e donna che deve essere realizzata a tutti i livelli della società.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne rappresenta un momento di riflessione che coinvolge, in tutto il mondo, milioni di donne e uomini. Celebrare ogni anno questa data simbolo voluta dalle Nazioni Unite, ci ricorda che non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia di fronte ai casi di abuso e maltrattamenti ai danni delle donne, ciascuno di noi assumendosi le proprie responsabilità: istituzioni, parti sociali, mondo dell’associazionismo.
Ed è per queste ragioni che, già nel 2009, la Cisl ha prodotto una Piattaforma sulla prevenzione della violenza sulle donne, alla quale hanno aderito moltissime espressioni della società civile e istituzioni.
La lotta contro le disuguaglianze persistenti tra donne e uomini in tutte le sfere della società continua a rappresentare una sfida a lungo termine che ha l’obiettivo, attraverso cambiamenti strutturali e comportamentali, di ridefinire dei ruoli. Continuano a persistere disparità di genere a livello di tassi d’occupazione, di retribuzione, di orari di lavoro, di progressioni di carriere, di condivisione delle responsabilità in materia di impegni familiari e di rischio di povertà.
Vincere questa sfida di civiltà è un dovere, per contribuire assieme a diffondere una concezione della donna che parta dal rispetto della sua dignità di persona. La violenza contro le donne e contro i minori esiste in tutti i paesi, attraversa tutte le culture, le classi, le etnie, i livelli di istruzione, di reddito e tutte le fasce di età. È una piaga globale che continua ad uccidere, torturare e mutilare, sia fisicamente che psicologicamente ed economicamente. È una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, che nega il diritto delle donne e dei bambini all’uguaglianza, alla sicurezza, alla dignità, all’autostima e il loro diritto di beneficiare delle libertà fondamentali. Va combattuta su più fronti perché su più fronti e con mille facce si manifesta.
Si manifesta anche sul fronte della cultura e dei media che tendono a mostrare modelli femminili non rispondente alla realtà delle donne, madri e lavoratrici, o magari in cassa integrazione o che hanno dovuto lasciare il lavoro in seguito alla maternità, e del loro ruolo di cura ed educazione in famiglia.
La Cisl, infatti, sperimenta un impegno in prima linea, consapevole che la violenza si alimenta anche nei posti di lavoro in forme dissimulate, con il sottosalario, la minaccia occupazionale in caso di gravidanza, l’incubo del rinnovo del soggiorno, il mobbing, lo stress che è diventato causa endemica di malattie professionali. Crediamo, in questo senso, che si possa fare molto a partire dalla contrattazione di secondo livello, che può essere lo spazio più interessante ed efficace per sperimentare, nella concretezza delle realtà produttive e dei territori, formule innovative di tutela delle donne, buone prassi da replicare anche in altre realtà ed altri contesti.
E’ per questo che la Cisl è in prima linea nella promozione e diffusione del principio di parità e pari opportunità in tutti gli ambiti del sociale e del lavoro. Il mio auspicio è dunque che non solo oggi, ma ogni giorno, non si arresti la battaglia contro ogni forma di violenza sulle donne, che è una battaglia di solidarietà, di progresso e di democrazia.
Raffaele Bonanni