IL PRIMO FILM DELLA VANONI
La ricetta di donna Ornella

L’artista simbolo di Milano si racconta in un documentario con i suoi “grandi” amici. E dice ai giovani: non sono stata forte, solo coraggiosa.

Un film con gli interventi di musicisti celebri, da Laura Pausini al trombettista Paolo Fresu al partner artistico Gino Paoli. Lunedì anteprima aperta al pubblico al Piccolo Teatro Strehler.

Sa di essere simbolo di un’epoca, sogno di tante generazioni. «E so anche di essere stata brava, sempre in cambiamento e sempre coraggiosa, ma forte no. Non sono stata forte, bensì una spugna, mai una lavagna. Ho imparato dagli altri guardando». Si descrive così Ornella Vanoni, la signora della canzone italiana che presenta un film completamente girato in stile documentario, Ricetta di una donna , che in anteprima verrà proiettato al Piccolo Strehler lunedì prossimo (infoline 848.800.304 - 02.72.333.301/313).

«Mi sento in un ‘età in cui se continuo a fare questo mestiere mi devo divertire – ha detto alla stampa alla presentazione del progetto – e sono finalmente libera di fare quello che voglio. La discografia è morta, almeno è morto il mondo delle case discografiche. Mi diverte solo esibirmi live, perché tanto i dischi non si vendono, si scaricano e chi lo fa è giovane e quindi potrebbe intercettare solo di riflesso quello che ha da dire un’artista come me».

In realtà un disco la Vanoni lo farà, si chiama Meticci e uscirà dopo l’estate. Potrebbe essere il suo ultimo: «Ma non sono come Mina che si è ritirata e sa bene che la forza del suo mito è proprio non farsi vedere. Io mi diverto ancora a cantare live e continuerò a farlo, voglio lavorare con i miei musicisti».

Farebbe bene a continuare perché possiamo assicurare che la versione di My Way inclusa nel docu-film è da brivido assoluto. Lei sola, con la sua voce, di immutata emozionante vibrazione, accompagnata solo dalla tromba del fido Paolo Fresu. La signora della canzone, per anni identificata con la stessa essenza culturale della città da cui proviene, Milano, ha ancora tanto da dire. Sul suo passato e sul futuro: «Meticci è un disco che incontra le culture ma non parlo di mescolanze solo razziali, l’incontro è anche con musicisti diversi, con sensibilità diverse. Questo è quello che mi interessa».

Sul passato, invece, come avranno la possibilità di vedere gli spettatori del film – che al momento non è stato acquistato da nessuna tv italiana – gli aneddoti fioccano. Su Tenco dice: «Eravamo due timidi e quando l’ho visto in quell’ultima sera a Sanremo prima della tragedia gli ho detto di tenere gli occhi aperti, perché altrimenti la timidezza e lo sguardo abbassato non avrebbe favorito la comunicazione. Ma lui era terrorizzato. Credo che abbia seguito il consiglio di qualcuno e si sia ucciso». Delle omissioni (volute) nel film che ripercorre 55 album e tanti decenni sulla scena dice ancora di più: «Non parlo di politica perché non c’è niente da dire, ci sono troppi simboli e tanta confusione. Di Versace, mio amico che ho aiutato quando mi ha aiutata, vorrei non parlare più. Dopo la sua dipartita ho scritto una lettere alla famiglia ma non ho avuto mai risposta. Di Gesù vorrei parlare invece, del mio rapporto con la fede. Prego sempre molto affinché non mi faccia arrabbiare».

Ancora progetti musicali da realizzare, ma per che cosa le piacerebbe essere ricordata? «Sono stata una brava attrice di teatro, e questo a Giorgio Strehler non andava giù quando ho lasciato il Piccolo. E sono stata coraggiosa a fare dischi di contaminazioni con il jazz, con il Sudamerica, con i cantautori». Un coraggio che oggi si sente di voler trasmettere ai giovani? «Vorrei dedicarmi agli altri, già lo faccio perché da troppi anni convivo con “la Vanoni” e sono stufa. Penso agli altri. Io ho fatto esperienza all’estero, sono tornata a Milano dopo 10 anni di assenza e ho trovato difficoltà a riadattarmi alla vita della città, a inseguire i fidanzatini sulla Vespa. Un’amica di mia madre mi ha consigliato di fare teatro. Mi sono iscritta al Piccolo e ho iniziato». Talenti così, c’è da dire, però non sono comuni.

04/03/2013
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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