Lotta all'evasione fiscale: tra le voci che contribuiscono al calcolo del reddito, anche quella delle spese sostenute per gli asili nido...
Quello che ci vuole in Italia è una vera riforma fiscale, lo diciamo sempre noi della Cisl. Ci vuole un fisco equo che ridistribuisca il reddito in modo da dare più potere d’acquisto a famiglie e fasce deboli. E poi ci vuole che la smettano di pagare sempre i soliti ossia i lavoratori. Lo diciamo anche un po’ arrabbiati perché siamo stufi, provati da anni di ingiustizie e privilegi. L’evasione fiscale, lo sappiamo bene, è un cancro del nostro paese che incide pesantemente sul Pil e quindi sullo stato pessimo di salute della nostra economia. E allora ben venga una riforma e ben venga ogni intervento che favorisca la lotta all’evasione fiscale. Leggiamo sui principali organi di informazione che Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate, parla alla commissione Finanze della Camera usando parole forti che non possiamo non condividere sostenendo che quella contro l'evasione fiscale è una vera e propria guerra e aggiunge “mi devo convincere che non siamo soli”. No, infatti. Siamo in molti a voler combattere questa guerra, noi del sindacato per primi, e, nonostante i vari proclami caduti nel vuoto nel corso degli anni, crediamo ancora che si possa e si debba vincere tanto che siamo qui a combatterla da sempre.
SE MANDI I FIGLI AL NIDO SEI RICCO?
Il problema, si dice, è quello dei controlli, sempre inadeguati e insufficienti. Ma lui davanti ai deputati sostiene che da quando è direttore sono stati recuperati oltre 40 miliardi di euro di evasione. Bene, una buona notizia che ci fa piacere ascoltare. Ma poi c’è anche l’altro problema, come si possono individuare gli evasori? Utilizzando quali indicatori e quali strumenti? Befera ci informa che è in sperimentazione un nuovo redditometro, uno strumento che sarà davvero efficace e che dovrebbe essere pronto in tempi brevi. Un’altra buona notizia che siamo lieti di ascoltare. Si tratterebbe di due forme di redditometro, uno per la selezione preventiva e uno per le attività di controllo, allo scopo di dare la possibilità al contribuente di mostrare la sostenibilità delle spese che affronta con il reddito che dichiara. A questo punto siamo davvero curiosi di sapere quali voci contribuiscono al calcolo del reddito. Diamo per scontato, perchè ci sembra ovvio, che siano presenti i beni di lusso: auto, barche, ville, case multiple e via dicendo. Ma ecco la sorpesa che non t’aspetti: fra le voci del redditometro ci sarà anche l’asilo. L’asilo? Spero di aver capito male e spero che Befera ci spieghi meglio cosa intende perché l’asilo non è un lusso. L’asilo è si un costo, ma spesso sostenuto a discapito di altre spese, spesso è un sacrificio, spesso è la scelta a cui sono obbligate le donne per poter continuare a lavorare. E già sappiamo bene quanto per le donne in Italia sia un continuo salto mortale, una lotta contro il tempo per riuscire a conciliare famiglia e lavoro. E gli asili spesso non bastano nemmeno a rispondere alle esigenze delle famiglie, in numero troppo inferiore alle necessità. Ma come? La lotta all’evasione, la redistribuzione del reddito, gli aiuti alle famiglie e alle fasce deboli. E invece ci troviamo ancora una volta di fronte a un provvedimento che le famiglie le mette in difficoltà. Speriamo che ci venga spiegato meglio, che ci sia stato un fraintendimento. Gli asili non possono essere considerati un costo, gli asili dovrebbero essere fra le voci per cui vengono concesse agevolazioni fiscali, non basi su cui calcolare il reddito. C’è qualcosa che troviamo incongruente in questo approccio, o quanto meno qualcosa che sfugge alla nostra logica di lavoratrici e di madri, Altrimenti avremo ancora una volta la conferma che in Italia il vero lusso non sono auto le potenti e gli yatch ma i figli.