Dopo ''l'incidente'' all'Hotel Danieli, in cui una donna è stata rifiutata come capo da un fattorino mussulmano, la discriminazione si sposta anche agli sport per le Olimpiadi. Dove società di tutto rispetto declassano le squadre femminili...
Oggi i quotidiani hanno riportato la notizia di un fattorino mussulmano del hotel Danieli di Venezia che ha dato le dimissioni pur di non dover sottostare a un capo donna. Il fattorino è stato poi nuovamente assunto perché si è riusciti a trovare una "soluzione" ossia farlo "dipendere" da un uomo (creando un interlocutore che facesse da tramite tra lui e il suo capo donna). Probabilmente in qualità di sindacalista dovrei essere felice per questo happy ending, perché si è riusciti a trovare una soluzione al problema e perché nessun posto di lavoro è andato perso. Eppure non mi sento rassicurata. Non posso far a meno di pensare a come si sarà sentita quella donna discriminata e svalutata per il solo fatto di essere donna. Qualcuno sosterrà che si tratta di un caso isolato che coinvolge, guarda caso, un "retrogrado mussulmano". "Noi occidentali non avremmo mai detto di non volere un capo donna" (ma in molti l'avremmo pensato). E in effetti forse è vero. Noi civilissimi occidentali scegliamo civilmente forme ben più subdole e sottili di sessismo. In questa settimana notizie a conferma di questa attitudine ce n'è una quantità imbarazzante. Le prime due arrivano da dove proprio non te l'aspetti, da uno dei settori in cui prima di tutto vengono i risultati e quindi il merito ossia lo sport.
DIVISIONI SESSISTE, ANCHE NELLO SPORT
La prima notizia riguarda i trattamenti diversi riservati alle due nazionali di basket australiane per giungere a Londra per le Olimpiadi: gli uomini hanno viaggiato in business class mentre le donne in economy. La scusa ufficiale, prima di essere costretti a fare qualche passo indietro, è stato il classico buttarla sulle differenze fisiche:"gli uomini sono più alti". Posso immaginare che le cestiste australiane siano delle tappe, ma nonostante questo non trovo la scusa credibile. Val la pena ricordare che nelle ultime tre edizioni delle Olimpiadi le donne abbiano vinto 3 argenti risultando quindi essere fra le più brave al mondo, al contrario dei colleghi uomini che non hanno mai vinto nulla. È seguito un dietrofront con scuse rivolte alle atlete ma troppo tardi per non sollevare il dubbio che i fosse trattato di un evidente caso di discriminazione.
La seconda notizia è molto simile e riguarda le campionesse del mondo di calcio giapponesi che viaggiano in economy al contrario della nazionale di calcio maschile giapponese che invece viaggia in business sullo stesso volo per Londra. Le donne sono candidate all'oro, gli uomini ad una piacevole passeggiata a Londra. Nonostante questo, i professionisti e quindi i privilegiati a viaggiare comodi sono gli uomini.
Poi c'è la più classica delle forme di discriminazione che è la più utilizzata per sminuire una donna e il suo lavoro: buttarla sull'aspetto e sull'età.
Come è accaduto ad una delle ministre francesi di cui abbiamo già parlato. Cecile Duflot, la giovane ministra francese dell’Uguaglianza dei Territori e dell’Alloggio, durante una seduta in parlamento è stata fischiata dai suoi colleghi deputati per un vestitino a fiori bianco e blu. Lei ha commentato con queste parole: "Sono rimasta stupita. Ho lavorato in altri ambienti prima e non avevo mai visto questo" e poi ha detto anche "Vuol dire qualcosa su certi deputati. Penso alle loro mogli". Anche io ci penso...e alle loro figlie. Quegli stessi deputati l'avrebbero mai fatto o avrebbero mai pensato di farlo per la cravatta di qualche ministro?
Marissa Mayer è il nuovo Ceo di Yahoo!, chiamata in questo ruolo da Google, per salvare le sorti del portale americano. Perché Marissa è davvero brava e ha un curriculum e un'esperienza che farebbe impallidire molti uomini. Eppure di lei nei giornali italiani non si è fatto altro che dire che è bella, bionda, giovane e, udite udite, incinta. Forse qualcuno "en passant" e nelle ultime battute ha ricordato che è anche una brava. Meno male che se ne sono accorti! Charlotte Whitton diceva "Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile". Quello che è davvero difficile è essere giudicate per quello si fa e non per altre cose che nulla c'entrano con la bravura e che invece vengono continuamente tirate in ballo con il solo scopo di sminuire il valore reale delle donne.