Le chiamano Hollandette, sono le giovani ministre del nuovo governo francese. Più che per le loro capacità e il loro lavoro (appena iniziato) sono "apprezzate" per il loro look. Come mai non succede mai per gli uomini?
Le hanno chiamate le "Hollandette" e sono le donne, o meglio, visto il vezzeggiativo, le ragazzine del presidente.Non sono le figlie del nuovo premier francese, nemmeno le sue accanite sostenitrici. Sono, invece, le ministre del neonato governo Hollande .A battezzarle così è stato, " le Monde", uno dei principali quotidiani francesi. Se le parole non si scelgono in modo casuale, e di sicuro non da chile parole le usa per mestiere, questo appellativo ha un significato ben preciso. Sarà per la rima con majorette e starlette ma a me suona come una diminutio del ruolo. Come a sottolineare che prima ancora che ministre, sono delle giovani donne in un mondo dove di solito ci sono vecchi uomini...e, forse, non ne sono nemmeno all'altezza. Nella migliore delle ipotesi potrebbe essere un affettuoso tentativo di incoraggiamento ma anche in questo caso si evidenzia una presunta inadeguatezza a svolgere il ruolo.
Mi chiedo se mai in passato un termine analogo sia stato utilizzato per indicare i ministri uomini.È possibile che la memoria mi inganni ma non mi sembra che ci fossero i "Sarkozinne". Non si tratta di un rigurgito vetero-femminista. È solo che mi piacerebbe che le donne e il loro operato venissero valutati nel merito e non nel genere come purtroppo spesso accade. Ma facciamole lavorare, piuttosto, e dopo, semmai, le giudicheremo nel merito. E se i francesi, di solito molto attenti e corretti, fanno di questi scivoloni, cosa potrà mai succedere in casa nostra? Le ministre francesi hanno acceso l'interesse morboso della stampa italiana? Ci sarebbe piaciuto lasciarci stupire in positivo ma invece anchequesta volta si è fatto di peggio producendosi in un classico esercizio di stile gossipparo. E non con Novella 2000 o similari bensì con il primo quotidiano italiano, il Corriere della sera, che per giorni ha riportato sulla home page del suo sito internet una galleria fotografica sull'abbigliamento delle suddette ministre intitolandola, con un imbarazzante gioco di parole, "ministre in gamba". E l'occasione di tanta attenzione non era data da una sfilata di beneficenza a cui generosamente avevano preso parte. Le ministre francesi stavano semplicemente andando a lavorare ed erano semplicemente vestite.
Come tutte noi, tutti i giorni. Ed erano vestite incredibilmente "da donne". Come tutte noi, tutti i giorni. Probabilmente il corsera ha ritenuto la cosa stravagante e degna di nota tanto da dedicargli un servizio da mettere in nome page. Oppure ritiene che delle donne, benché ministre, se ne debba necessariamente parlare per questioni estetiche e non di merito. Se avete voglia di farvi un'idea personale a riguardo, trovate qui la galleria http://www.corriere.it/gallery/esteri/06-2012/pellerin/1/ministro-minigonna-eliseo_27c95246-bd4e-11e1-9f49-5284d5fd7e8a.shtml#1 .
Sarebbe interessare conoscere l'opinione delle loro colleghe del blog la 27ora che di donne, genere e stereotipi si occupano quotidianamente. D'altro canto la stampa italiana anche quando si occupa della "Montina" Fornero cita più spesso le sue lacrime, roba da donne, che le pessime riforme a suo nome che, per una sorta di crudele legge del contrappasso, stanno danneggiando soprattutto altre donne, lavoratrici e pensionate. Ancora una volta, insomma, per la stampa italiana, le donne sono quasi esclusivamente oggetto di gossip, quando non di cronaca nera. Quasi che le donne non possano essere brave o incapaci ma solo belle o brutte, eleganti o sciatte, insomma ci si occupa di loro per ragioni estetiche, non per la qualità del lavoro che svolgono.
Viene da chiedersi se questo non sia altro che lo specchio dell'opinione pubblica italiana che i mezzi di comunicazione cavalcano invece di contrastare o se invece non siano i media stessi ad alimentarla. Intanto che resto in attesa di una risposta a questa domanda miauguro di ritrovare prossimamente i nomi delle ministre francesi edelle loro colleghe italiane e straniere solo nelle pagine di politica invece che in quelle di cronaca rosa.