Violenza
Stupro di gruppo, sì al carcere preventivo

Lo stupro di gruppo ora è perseguibile già con la carcerazione preventiva. Un piccolo passo per le donne, un grande passo per i diritti di tutte...

Lo scorso febbraio ci eravamo indignate di fronte alla sentenza della Cassazione che aveva sostenuto un sistema che di fatto diminuiva la tutela “di diritti umani delle donne”.
La Cassazione aveva detto sì alla possibilità di applicare misure diverse dalla custodia in carcere anche alle persone accusate di stupro di gruppo, dando così un'interpretazione estensiva ad una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 265 del 2010, e  facendo apparire il reato di stupro di gruppo come “minore”, e questo, a ragione, aveva scatenano le ire delle donne. Avevamo denunciato che l’arretramento della tutela delle donne di fronte a un reato così grave e odioso appariva come un arretramento del sentire e dei valori che la nostra società sente e protegge. Il grido d’allarme da noi lanciato ha trovato una prima risposta: con la sentenza 15211 dell’aprile scorso, la Corte di Cassazione ha fissato un principio che accogliamo con soddisfazione poiché afferma che il carcere preventivo può essere applicato a chi è accusato di stupro di gruppo, così rafforzando la previsione di un trattamento sanzionatorio più grave. La Cassazione riconosce il disvalore dello stupro di gruppo “in quanto una tale condotta partecipativa imprime al fatto un grado di lesività più intenso, sia rispetto alla maggiore capacità di intimidazione del soggetto passivo ed al pericolo della reiterazione di atti sessuali violenti, sia rispetto ad una più odiosa violazione della libertà sessuale della vittima nella sua ineliminabile essenza di autodeterminazione''.
Con questa nuova sentenza la Cassazione fissa un principio di diritto che riconosce il valore “giuridico” di una maggiore tutela alle donne di fronte alla violenza di gruppo e consente di sostenere una linea più dura e rigorosa da parte dei giudici che dovranno valutare caso per caso la decisione se applicare la misura del carcere o altre misure alternative  (es. arresti domiciliari, comunità, obbligo di firma, ecc.).
La parola passa ai giudici che dovranno applicare il principio enunciato dalla Cassazione, quei giudici che vivono in questa nostra società dove il “sentire comune” e “giuridico”, oggi rafforzato dalla nuova sentenza della Cassazione,  consente la punizione dello stupro di gruppo come i reati più gravi. Lo stupro è un problema culturale prima che giuridico noi vogliamo che l’attenzione sul tema sia sempre alta, non solo in occasione di una sentenza, per quello non abbassiamo la guardia e continueremo a stare attente a discutere e, se il caso, criticare e arrabbiarsi per affermare la tutela dei “diritti umani delle donne”.

18/06/2012
Patrizia Tannorella delegata sindacale Cisl Funzione Pubblica Milano
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