Stamane, arrivo in ufficio e apro come al solito la posta e trovo fra le mie email, quella di un’amica che mi invia un articolo apparso oggi sul quotidiano Repubblica, da titolo “Marchiate a fuoco e trattate come schiave. 11 arresti per sfruttamento della prostituzione”, e mi dice: “ Ciao Luigia, ti invio un link. Non è nemmeno commentabile, ma riesce a rendere chiara la situazione delle donne sfruttate per la prostituzione. Riesci a fare un commento dei tuoi su questo?”
E io inizio a leggere…”Le ragazze venivano intimorite con minacce di morte, rivendute a connazionali rumeni o messe in palio nei giochi di azzardo. Fermati 3 donne e 8 uomini. Erano state attirate in Italia con la promessa di un lavoro. Ma una volta arrivate venivano private dei documenti, intimidite con minacce di morte e poi rivendute a connazionali o messe in palio come premi nei giochi d'azzardo. Per una ragazza i segni rimarranno indelebili: tre anni fa è stata 'marchiata a fuoco' con l'iniziale del nome del suo sfruttatore. I carabinieri del Nucleo operativo…….” E continua con l’arresto e la notizia che una di queste ragazze tre anni fa è stata marchiata a fuoco con l’iniziale di un suo sfruttatore.
Il problema della prostituzione o meglio delle donne prostituite, come quello descritto nell’articolo è un problema molto complesso, che coinvolge la malavita al più alto livello, essendo collegato, con quello dello sfruttamento della manodopera irregolare, del gioco d’azzardo e della droga, ed è un problema di ordine sociale, con le istituzioni deputate al suo contenimento. Le ragazze dell’articolo, come molte altre, saranno ascoltate dai carabinieri o polizia e se vorranno saranno inserite in comunità di accoglienza dove potranno trovare la possibilità di un percorso sociale che le aiuterà a ricominciare o saranno rimpatriate.
Dico questo perché noi, il nostro coordinamento donne, impegnato sulla promozione delle donne a 360 gradi, in questi anni ha approfondito il tema delle donne violentate e prostituite, per conoscerlo meglio e per capire se poteva attivarsi, dare una mano a chi istituzionalmente era preposto ad accoglierle, le comunità di accoglienza sparse sul territorio che hanno il compito di iniziare con loro un percorso propedeutico che le riporterà nella società con un progetto di autonomia.
Purtroppo i fatti descritti nell’articolo sono di “ordinaria amministrazione”. Il problema della violenza sulle donne nella nostra cultura spesso è “scusata”. Quando vediamo le donne in strada diciamo “poverette”, se va bene, se no diciamo forse era meglio quando c’erano le “case chiuse” almeno non vedevamo! La violenza sulle donne la vediamo al cinema, in TV, la vediamo sui manifesti, ecc.. la violenza la agiamo sulle donne in casa che altri fatti di cronaca ci denunciano. Uomini che vedono perso il loro il “potere” di sottomettere la donna e nella prostituzione, al potere sulla donna si aggiunge la possibilità del guadagno, tanti soldi guadagnati facilmente sulla pelle, in modo letterale, delle donne.
Le donne del sindacato, sono impegnate, a contrastare il fenomeno della violenza sulle donne e della prostituzione attivandosi, anche insieme e Enti e Associazioni operanti sul territorio, con iniziative specifiche, con l’organizzazione convegni/incontri per discutere la problematica, iniziative pubbliche, vedi gazebo in piazza S. Babila nella giornata internazionale contro la violenza alle donne, la partecipazione alle “reti antiviolenza” promosse dai Comuni, ecc. e con progetti di sostegno all’inserimento lavorativo per il raggiungimento dell’autonomia. Inoltre, abbiamo chiesto al Comune di Milano l’attivazione di un tavolo istituzionale per decidere interventi immediati e incisivi necessari per intervenire e contrastare seriamente questo fenomeno.