A fine 2018 oltre 120mila infortuni denunciati, contro i 116.664 di fine 2016.
Negli ultimi due anni, per la prima volta dopo più di un decennio, in Lombardia si è registrata una battuta d’arresto della tendenza alla diminuzione delle morti e degli infortuni sul lavoro. E una ripresa degli incidenti. A fine 2018 sono stati 120.359 gli infortuni denunciati, contro i 116.664 di fine 2016. Nel 2017 erano stati 119.834. Le denunce di infortuni mortali a fine 2018 sono state ben 186; 136 nel 2016. E' quanto emerge da un'analisi condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati Inail, presentata oggi in occasione dell'incontro “Sicurezza, salute, benessere”, cui sono intervenuti anche il direttore generale Welfare Regione Lombardia, Luigi Cajazzo, e Alvise Biffi, presidente del Comitato regionale Piccola industria-Confindustria Lombardia.
Con 51.650 denunce di infortunio nei primi cinque mesi, anche il 2019 si conferma in linea con l'anno scorso (51.709). “Dal 2012 al 2016 gli infortuni sono calati progressivamente, in modo speculare al trend di crisi e stagnazione. Poi, al primo cenno di ripresa nel 2017, l’andamento infortunistico ha cominciato a risalire”, ha sottolineato Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia. “La ragione non è solo la ripresa di attività economiche - ha aggiunto - ma una complessiva insufficienza del nostro sistema di prevenzione, con investimenti, anche pubblici, inadeguati, rispetto all’urgenza di migliorare la sicurezza degli ambienti e delle postazioni di lavoro, e assicurare una formazione antinfortunistica di qualità ai lavoratori e ai loro rappresentanti per la sicurezza”.
L'aumento di incidenti nei primi 5 mesi del 2019 risulta trasversale a tutti i settori: + 3,6% l'industria (11.866 infortuni denunciati), +1,7% l'artigianato (3.392), +2% il terziario (12.021).
Per contrastare questa rimonta infortunistica la Cisl Lombardia sollecita la Regione ad un impegno straordinario, anzitutto rafforzando la vigilanza e l’attività ispettiva, per fare e promuovere prevenzione.
“Abbiamo avuto un calo del 22% dei medici del lavoro, un calo del 15% dei tecnici della prevenzione – ha sottolineato Rancati -. Regione Lombardia ha assicurato il mantenimento dell'attività ispettiva almeno al livello del 5% richiesto dai Lea, ma a fronte di oltre 479mila imprese attive in Lombardia controllarne poco più di 23mila come avviene oggi è assolutamente insufficiente”.
La Cisl Lombardia chiede dunque un rafforzamento del piano regionale straordinario dei controlli. Occorre incrementare gli organici dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (PSAL), aumentare l’attività ispettiva e il numero di imprese controllate, promuovere in tutti i territori, per aziende accomunate dallo stesso profilo di rischio, le migliori prassi prevenzionali e di gestione dei rischi attraverso lo strumento del Piano mirato di prevenzione.
Alle imprese lombarde la Cisl propone l'avvio di un tavolo di confronto per definire e rafforzare gli interventi formativi e di prevenzione, come previsto dall'accordo sulla rappresentanza del dicembre 2018.