Bilancio dei primi quattro mesi sul territorio del responsabile di Zona della Cisl metropolitana.
“Questo ultimo scorcio di 2018 ha portato anche sul nostro territorio una situazione economica ancora piuttosto bloccata. La cosa è abbastanza preoccupante, perché dopo una certa ripresa che avevamo respirato anche nell’Alto Milanese nei primi mesi dell’anno, adesso assistiamo ad un’inversione di tendenza. Purtroppo, c’è poca chiarezza sulle politiche economiche del Governo e quanto succede a livello macro ha comunque ricadute anche in ambito locale”.
Parte da qui Giuseppe Oliva, responsabile del zona Legnano Magenta della CISL Milano Metropoli. Da quattro mesi Oliva è tornato ad operare a contatto quotidiano con il suo territorio.
PROMUOVERE PROFILI PROFESSIONALI QUALIFICATI - “Devo dire che è un peccato assistere a questo nuovo stop. Più che altro, perché anche i dati certificati da AFOL ci facevano scorgere segnali di ripresa. Certo – osserva Oliva – c’è da fare, indipendentemente da quanto accade in questo periodo, una riflessione sulla qualità del lavoro. Finora c’è stata comunque una ricerca di bassi profili professionali. C’è invece la necessità di promuovere le tante eccellenze in ambito produttivo che l’Alto Milanese, così come il Magentino Abbiatense posseggono ancora”.
UNA VOCAZIONE PER IL TERRITORIO - Da qui il ragionamento si sposta sulla vocazione futura che questo territorio deve avere soprattutto in ambito produttivo. “Diciamo che rispetto all’Alto Milanese c’è un tentativo in corso per dare un’identità a questa area della provincia di Milano. Il ruolo della Consulta dovrebbe essere esattamente questo. E’ chiaro, tuttavia – ammonisce il responsabile della Cisl – che se questo strumento non prende piede, allora ci si deve tornare a chiedere perché l’esperienza di Euroimpresa sia stata chiusa”.
UN PERCORSO COMUNE - Ciò detto, secondo Oliva, l’importante soprattutto sul fronte dei Piani di zona è necessario arrivare ad un percorso condiviso per tutto il territorio da Legnano a Magenta, “tanto più – aggiunge il sindacalista - un contesto come quello attuale in cui le scelte fatte per la creazione di una maxi ATS Milano Metropolitana (la vecchia ASL), inevitabilmente, stanno allontanando una serie di servizi dal territorio e, di riflesso, dal cittadino”. “Da qui – rimarca Oliva – l’esigenza di avere uno strumento come i Piani di zona, adeguato e, soprattutto in grado di offrire risposte e soluzioni convincenti ai nuovi bisogni in ambito socio sanitario della popolazione”.
SUPERARE I CAMPANILISMI - “E’ per questo motivo – continua Oliva – che rispetto alle problematiche socio sanitarie, servirebbe mai come oggi compattezza e unità d’intenti: lasciarsi prendere dai campanilismi, come per esempio, sta accadendo rispetto alla chiusura notturna del Pronto Soccorso di Abbiategrasso, non penso porterà a risultati tangibili”. A riguardo Oliva ha una sua idea precisa: “Si deve ragionare secondo un’ottica di area vasta. Fatta questa premessa ci deve essere un’equa distribuzione dei servizi sul territorio, valorizzando le capacità e le singole peculiarità degli ospedali”.
PROTOCOLLO APPALTI E WELFARE, ESPERIENZE DA REPLICARE
- Dentro a questo ragionamento, dove certo non mancano le cose da fare, Oliva sorride per i traguardi raggiunti in questi mesi rispetto ad esperienze già avviate in ambito metropolitano e adesso portate avanti anche sul territorio. “Mi riferisco innanzi tutto al protocollo sugli appalti: abbiamo chiuso diversi accordi con i Comuni della zona e ci auguriamo di proseguire su questa strada. Stesso discorso rispetto al Welfare: anche qui abbiamo concluso diverse intese con alcuni interlocutori istituzionali e non. L’impegno è a continuare su questa strada”.