Il segretario generale della Cisl, Carlo Gerla, ha parlato ai delegati del Congresso della Cigl di Milano.
Di seguito l'ìntervento del segretario generale della Cisl, Carlo Gerla, dopo la relazione del segretario generale della Camera del Lavoro, Massimo Bonini.
Carissimi, vi porto i saluti della segreteria della Cisl di Milano Metropoli.
La relazione di Massimo Bonini è stata ricca di contenuti e ha anche sottolineato i tanti punti che ci uniscono, rispetto a quelli su cui potremmo avere opinioni diverse.
E’ un momento particolare per il Paese. Anche noi ci troviamo ad agire nell’azione sindacale dentro un contesto complicato, ancora più complicato di come potevamo immaginarcelo negli ultimi anni; nel periodo segnato dalla crisi economica, del lavoro, ma ancora di più dei valori e dell’etica. Non possiamo non accorgerci come sono mutati quasi tutti i paradigmi nella politica, nelle dinamiche delle organizzazioni sindacali, nell’organizzazione del lavoro.
Eppure le grandi trasformazioni tecnologiche e produttive, le trasformazioni sociali, necessitano di più sindacato, di più solidarietà, di più partecipazione, per un nuovo umanesimo che riposizioni correttamente valori e priorità.
Stringerci sulla comunanza dei valori è importante in un momento complicato, che necessita di un sindacato forte, autorevole e credibile. Come è altrettanto importante ritrovare le azioni su un sentiero unitario, nel rispetto delle nostre autonomie e del pensiero plurale.
Nel contesto attuale, il sindacato confederale deve stare ancora più vicino alla gente, ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini che hanno giuste aspettative e che sono in gran parte delusi dalla politica: è il contatto quotidiano con il disagio dei giovani, delle donne, degli anziani che può farci fare ulteriori passi in avanti e che deve perseguire una coesione sociale di cui abbiamo assoluto bisogno se vogliamo vedere il Paese, intero e non diviso, ritrovare identità, sviluppo e benessere per tutti.
La manovra del Governo è inadeguata, iniqua e carente di una visione di Paese. Il Governo rischia di perdere il controllo del volante e vedersi precluso l’accesso ai finanziamenti che servono allo Stato per funzionare. Per l’economia italiana è come correre in salita con un macigno sulla spalla, quando i concorrenti hanno già raggiunto la discesa.
La Piattaforma unitaria deliberata dagli esecutivi nazionali di Cgil, Cisl e Uil sulle controproposte alla manovra del Governo sancisce un valore aggiunto importante, a partire dalla condivisione unitaria sui contenuti e sulle azioni sindacali conseguenti.
Noi abbiamo radici fondative solidaristiche, non populiste o sovraniste. Questo Paese ha intrapreso una deriva molto pericolosa. Noi abbiamo proposte e idee. Siamo consapevoli che nel contesto generale andiamo contro corrente ma con il nostro contributo vogliamo “rinobilizzare” la politica e costruire un Paese saldo sui principi della Costituzione.
Milano e il territorio stanno vivendo una fase di grande trasformazione: dagli interventi indirizzati alla riqualificazione urbana all’assetto dell’Area Expo, dalla costruzione della Cittadella della salute agli scali dismessi e alla variabilità nei processi produttivi.
Dobbiamo svolgere fino in fondo il nostro ruolo, attraverso i tavoli istituzionali, con le associazioni di impresa, nel fare rete con le realtà dell’associazionismo sociale. Dobbiamo continuare ad accompagnare e cercare di governare il cambiamento e le trasformazioni in atto, con idee, proposte e molto coraggio.
C’è una faccia di Milano che desta preoccupazione, soffre le conseguenze della crisi, la diminuzione del reddito delle famiglie, l’aumento della povertà, le criticità della qualità del lavoro, il vivere in periferia. Di fronte a questi scenari dobbiamo intensificare le nostre azioni sindacali al fine di dare le risposte ai bisogni che le persone manifestano.
In questi anni abbiamo lavorato bene insieme, cercando di fare prevalere la rappresentanza che ci è stata affidata dalla nostra gente, i lavoratori, i giovani e i pensionati.
Insieme abbiamo raggiunto accordi territoriali significativi e innovativi (su lavoro, appalti, welfare ad esempio) grazie alla capacità unitaria di elaborazione e di negoziazione. Dobbiamo diventare sempre di più “Territorio Laboratorio”: elaborazione e sperimentazione dell’innovazione contrattuale e sociale. Così potremo sostenere in modo sussidiario anche gli altri livelli delle nostre confederazioni rispetto all’innovazione sindacale.
Confido molto nella vostra collaborazione. Concludo con una frase di Madre Teresa di Calcutta: “Io posso fare cose che tu non puoi, tu puoi fare cose che io non posso. Insieme possiamo fare cose grandi”.
Buon congresso!