LUIGI SBARRA, SEGRETARIO
Riders, regole certe e tutele per tutti

Le iniziative locali sono lodevoli ma non bastano. Ci vuole  un accordo quadro nazionale che lasci poi alla contrattazione fra le parti la costruzione di nuove garanzie valide per l’intero settore che è in rapida evoluzione. Partito il confronto con il Governo e le aziende.

Sono oltre diecimila i lavoratori impegnati, attraverso specifiche app, nella consegna a domicilio di pasti. Usano le biciclette, e per questo, come è noto, sono chiamati riders: sono ragazzi e adulti, e rappresentano l'anello più debole del mercato del lavoro digitale. Generalmente pagati a consegna, operano fuori delle più elementari garanzie contrattuali; niente malattia, niente permessi, niente maternità o coperture assicurative. Una galassia deregolamentata e frammentata, che molti si ostinano a chiamare dei “lavoretti”. Niente di più sbagliato: il lavoro non ammette diminutivi, e deve essere rispettato, equamente retribuito e tutelato anche se viene svolto per una sola ora a settimana.

“Va costruita una rete di protezione”

Dobbiamo costruire una solida rete di protezione intorno a queste persone. Riconoscere loro non solo il diritto a un salario più dignitoso, ma anche al godimento di istituti contrattuali attivi per chi opera nei settori di riferimento. Bisogna muoversi presto e bene in una dimensione nazionale.  Le iniziative locali che si sono affacciate in questi mesi sono lodevoli e importanti, ma da sole non possono bastare. Si rischia solo di “balcanizzare” e irrigidire la regolamentazione di questo segmento, determinando diverse regole e condizioni di tutela da città a città, da Regione a Regione.

“Partito il confronto con il Governo e le principali aziende”

Per questo, insieme alle altre confederazioni e ai players più rappresentativi del settore, stiamo lavorando a un tavolo di confronto con il Governo. Il lavoro procede in questi giorni in sede tecnica con spirito costruttivo e collaborativo. Al ministro del Lavoro e vicepremier Di Maio abbiamo detto che vogliamo un accordo quadro per definire obiettivi standard di protezione e affidare la costruzione di nuove garanzie alla libera negoziazione tra parti sociali maggiormente rappresentative. E' nella contrattazione la strada più efficace per regole esigibili, dinamiche, condivise e codecise. Dobbiamo uscire da battaglie ideologiche e impegnarci a costruire insieme un sistema competitivo e tutelato. Come riferimento vanno presi proprio i contratti nazionali siglati dalle Categorie, a partire dal settore trasporti e logistica, che già oggi annovera nella propria sfera di applicazione gli operatori della gig economy.

“Dobbiamo trovare un giusto equilibrio tra flessibilità e tutele”

La libera negoziazione tra le Parti, i luoghi della bilateralità e della contrattazione, sono i canali principali entro cui cercare il giusto equilibrio tra la flessibilità richiesta dalle aziende e le indifferibili rivendicazioni avanzate dalle lavoratrici e dai lavoratori. Si tratta di adeguare salari, naturalmente, ma non solo quelli. Vanno riallineate anche tutte le altre voci che compongono la parte normativa, previdenziale e assistenziale del rapporto di lavoro. Per questo occorre dare gambe anche a nuovi strumenti bilaterali, che generino un welfare negoziale innovativo e di carattere mutualistico.

Prioritario poi affrontare alcuni aspetti operativi di questo particolare tipo di lavoro, a cominciare dalla trasparenza degli algoritmi caricati sulle piattaforme, per continuare poi con la previsione di una copertura assicurativa integrativa e il riconoscimento del diritto alla disconnessione, alla privacy, alla non discriminazione e all'associazione sindacale.

Vogliamo muoverci in una dimensione partecipativa che non demonizzi questo tipo di business, ma tenti invece di combattere quello che è il vero ostacolo all’integrazione: la “solitudine” del lavoratore. I riders si trovano infatti a operare in condizioni di profondo isolamento: prendono ordini da una applicazione e, teoricamente, possono svolgere un’intera carriera senza mai vedere un collega. Questo estremo individualismo determina una marginalità negoziale che è il primo vero ostacolo che vogliamo superare con un’organizzazione solidale dei lavoratori per uno sviluppo del settore socialmente sostenibile.

15/10/2018
di Luigi Sbarra - segretario generale aggiunto Cisl
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